Domanda:
Da giovincello, molti, moltissimi anni fa, lessi una poesia?
Infinito 777
2007-05-12 10:56:05 UTC
Il poeta voleva ridicolizzare coloro che parlano o scrivono molto e non dicono nulla. Sfortunatamente ricordo poco: " Poscia invan pero', come allorche' bensi, ----- conciosiache'-- E' molto poco, ma credo che dia una idea. Non vi arrabbiate, l'ho letta di sfuggita piu' di mezzo secolo fa, quando ancora ero in Italia, la mia terra amata.
Una risposta:
AtlantisAngelis
2007-05-13 01:20:21 UTC
Ciao Infinito,



se i versi sono questi :



Quando, talor, frattanto, forse, sebben, così, giammai, piuttosto, alquanto come oltrecché, bensì,....



Potrebbe essere lui:



Pietro Coccoluto Ferrigni ?Yorick figlio di Yorick? - Firenze (1836 ?1895)

È stato una scrittore singolare ed umorista faceto, che scelse lo pseudonimo ?York, figlio di York? per il lepido modo come amava interpretare la vita popolana delle città, lungo le quali portava a spasso il lettore: Firenze e Napoli.



Più che allo York, il buffone dell?Amleto shakespeariano, è da ritenere che il carattere del Ferrigni corrisponda meglio allo York della ?Vita e opinioni di Tristan Shandy? di Laurence Sterne (1713 ? 1769), ?figura eteroclita in tutte le sue declinazioni ?, vitalissima, rara sintesi di cuore e cervello.



Nel 1860 il Ferrigni era stato in Sicilia con Garibaldi, poi fece l?avvocato a Firenze; appassionato di giornalismo e teatro, fondò giornali e fu critico drammatico.



Gustosissimo conferenziere, gli giovarono la padronanza perfetta della lingua, l?eleganza dello stile, la vivacità di un?arguzia sempre sottile e mai troppo mordace, la perspicacia di giudizio per uomini e cose; una ?lanterna magica? che riprodusse la vita spicciola attraverso bozzetti, commenti, dialoghi e chiacchierate.



Anche se per il favore acquisito, le sue opere conobbero varie ristampe, sulle pagine del Ferrigni il tempo va stendendo un velo di polvere sempre più spesso, eppure la figura dello scrittore merita di sopravvivere per le immagini che ci ha lasciato della vita fiorentina ottocentesca sulle feste di Natale e di Capodanno e della Quaresima, apportatrice di ben fugaci pentimenti delle belle donne.



Le macchiette dei tanti miserabili che il Ferrigni fissò nei ?Tribunali umoristici? (1886) possono ancora riscattare qualche sorriso: ad esempio, quella di un vagabondo che pretese noleggiare, gratis, una vettura per farci la frittata che non gli riusciva sotto la pioggia.



È bene non dimenticare la fisionomia della Napoli dell?800, una Napoli ?che non somiglia a nessun altro Stato d?Italia, che mangia, che beve, si agita, piange, ride, soffre, si diverte, canta, fa all?amore e suona la chitarra altrimenti da quella degli altri.?



La plebe napoletana è ?senza ambizioni ed invidia, spensierata e felice del presente, noncurante dell?avvenire, piena d ?ammmirazione e rispetto per ciò che è superiore.?



Equanime giudizio, questo, di un fiorentinissimo avvocato del quale non è arduo definire il grado di umanità: un?associazione non comune di sentimento e di umorismo.



Il ricordo di Ferrigni si mantiene in grazia di alcune felici stravaganze in versi, quali il celebre ?Quando, talor, frattanto.? e vari aneddoti.



Di un?alta personalità diceva: ?sapeva poco e quel poco che sapeva lo diceva male.?



Oppure: ?L?italia è fatta perché c?è stato Garibaldi, ma.. guai se ce ne fossero stati due.?



Gli si attribuirono una curiosa epigrafe della quale in Firenze a lungo si parlò: sulla tomba di Donatello fu apposta una scultura che lo rappresentava morente, come un uomo consunto, ma di un?età, al massimo, di 40 o 50 anni, senza considerare che Donatello è morto a 80 e più anni. Alla base del monumento venne a trovarsi un?epigrafe che parafrasava la Traviata di Verdi: ?Gran Dio morir si giovane, io che ho vissuto tanto! ?.



Ecco i versi nella versione completa.



Quando talor frattanto

forse sebben così

giammai piuttosto alquanto

come perché bensì.



Ecco, repente altronde

quasi eziandio perciò

anzi altresì laonde

purtroppo invan però



Ma seppur fin mediante

quantunque attesocché

ahi! sempre nonostante

conciòsiaccosacché.



Spero di aver trovato la poesia che cercavi. Sono riuscita a risalire a Coccoluto perchè mi sono ricordata che, quando ero piccola, mio papà, per farmi ridere mi diceva questa poesia senza senso:



Una nave che esce dal porto

camminando con passo scozzese

è lo stesso che prendere un morto

e pagarlo alla fine del mese



Dato che i versi che avevi citato, non so perchè, me la ricordavano ho googleggiato un po' ed ecco qui. Tra l'altro ti ringrazio perchè così ho potuto dare un autore ai versi che mi diceva papà e ho ricordato con grande piacere quei momenti felici.



Un caro saluto a te dall'Italia.


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