Domanda:
qual è la vostra poesia ..preferita?
L'allegra ragazza pallida
2010-03-04 03:31:31 UTC
io amo questa di anna achmatova:
Strinsi le mani sotto il velo oscuro...
(Da Sera)

Strinsi le mani sotto il velo oscuro...
“Perché oggi sei pallida?”
Perché d’agra tristezza
l’ho abbeverato fino ad ubriacarlo.

Come dimenticare? Uscì vacillando,
sulla bocca una smorfia di dolore...
Corsi senza sfiorare la ringhiera,
corsi dietro di lui fino al portone.

Soffocando, gridai: “E’ stato tutto
uno scherzo. Muoio se te ne vai”.
Lui sorrise calmo, crudele
e mi disse: “Non startene al vento.”

e Digitale Purpurea di Pascoli:

Siedono. L'una guarda l'altra. L'una
esile e bionda, semplice di vesti
e di sguardi; ma l'altra, esile e bruna,

l'altra... I due occhi semplici e modesti
fissano gli altri due ch'ardono. «E mai
non ci tornasti?» «Mai!» «Non le vedesti

più?» «Non più, cara.» «Io sì: ci ritornai;
e le rividi le mie bianche suore,
e li rivissi i dolci anni che sai;

quei piccoli anni così dolci al cuore...»
L'altra sorrise. «E di': non lo ricordi
quell'orto chiuso? i rovi con le more?

i ginepri tra cui zirlano i tordi?
i bussi amari? quel segreto canto
misterioso, con quel fiore, fior di...?»

«morte: sì, cara». «Ed era vero? Tanto
io ci credeva che non mai, Rachele,
sarei passata al triste fiore accanto.

Ché si diceva: il fiore ha come un miele
che inebria l'aria; un suo vapor che bagna
l'anima d'un oblìo dolce e crudele.

Oh! quel convento in mezzo alla montagna
cerulea!» Maria parla: una mano
posa su quella della sua compagna;

e l'una e l'altra guardano lontano.

II

Vedono. Sorge nell'azzurro intenso
del ciel di maggio il loro monastero,
pieno di litanie, pieno d'incenso.

Vedono; e si profuma il lor pensiero
d'odor di rose e di viole a ciocche,
di sentor d'innocenza e di mistero.

E negli orecchi ronzano, alle bocche
salgono melodie, dimenticate,
là, da tastiere appena appena tocche...

Oh! quale vi sorrise oggi, alle grate,
ospite caro? onde più rosse e liete
tornaste alle sonanti camerate

oggi: ed oggi, più alto, Ave, ripete,
Ave Maria, la vostra voce in coro;
e poi d'un tratto (perché mai?) piangete...

Piangono, un poco, nel tramonto d'oro,
senza perché. Quante fanciulle sono
nell'orto, bianco qua e là di loro!

Bianco e ciarliero. Ad or ad or, col suono
di vele al vento, vengono. Rimane
qualcuna, e legge in un suo libro buono.

In disparte da loro agili e sane,
una spiga di fiori, anzi di dita
spruzzolate di sangue, dita umane,

l'alito ignoto spande di sua vita.

III

«Maria!» «Rachele!» Un poco più le mani
si premono. In quell'ora hanno veduto
la fanciullezza, i cari anni lontani.

Memorie (l'una sa dell'altra al muto
premere) dolci, come è tristo e pio
il lontanar d'un ultimo saluto!

«Maria!» «Rachele!» Questa piange, «Addio!»
dice tra sé, poi volta la parola
grave a Maria, ma i neri occhi no: «Io,»

mormora, «sì: sentii quel fiore. Sola
ero con le cetonie verdi. Il vento
portava odor di rose e di viole a

ciocche. Nel cuore, il languido fermento
d'un sogno che notturno arse e che s'era
all'alba, nell'ignara anima, spento.

Maria, ricordo quella grave sera.
L'aria soffiava luce di baleni
silenzïosi. M'inoltrai leggiera,

cauta, su per i molli terrapieni
erbosi. I piedi mi tenea la folta
erba. Sorridi? E dirmi sentia: Vieni!

Vieni! E fu molta la dolcezza! molta!
tanta, che, vedi... (l'altra lo stupore
alza degli occhi, e vede ora, ed ascolta

con un suo lungo brivido...) si muore!»
Sette risposte:
Andrea
2010-03-04 05:03:25 UTC
Me nec foemina nec puer iam

nec spes animi credula mutui

nec certare iuvat mero

nec vincire novis tempora floribus

(Orazio)
anonymous
2010-03-07 13:19:57 UTC
Ho scritto il tuo nome



sulla sabbia,



perché la mano potesse



sentire una parte di te.







Ho scritto il tuo nome



sulla sabbia,



perché i piedi potessero



colmare le nostre distanze.







Ho scritto il tuo nome



sulla sabbia,



perché almeno il tempo,



troppo ampio fra di noi,



potesse stringersi



nello spazio di un granello.
pulang luha
2010-03-04 03:53:28 UTC
L'eautontimororumenos di Charles Baudelaire



Ti colpirò senza collera e senza odio, come un macellaio;

come Mosè colpì la roccia: e farò sgorgare dalla tua palpebra

le acque della sofferenzaa per dissetare il mio Sahara;

il mio desiderio gonfio di speranza galleggerà sulle tue lagrime salate

come un vascello che prende largo, nel mio cuore che

inebrieranno, i tuoi singhiozzi, echeggeranno come tamburo che batte la carica.

Non sono forse io un falso accordo accordo della divina sinfonia,

grazie alla vorace Ironia che mi scuote e mi morde?

Essa è la mia voce clemente! Ed è tutto sangue mio, questo nero veleno!

Io sono il sinistro specchio in cui la megera si contempla.

Sono la piaga e il coltello, lo schiaffo e la guancia;

sono la membra e la ruota, la vittima e il carnefice!

Sono il vampiro del mio cuore, uno di quei grandi derelitti condannati al riso

eterno e incapace di sorridere!
anonymous
2010-03-04 03:39:41 UTC
Un Carme di catullo .



"Odi et amo ,quare id faciam fortasse requiris sed etiam fieri sentio et excrucior"



Sono anni che non la leggo bellissima anche la tua .

Un altra che mi piace è di Guido Gozzano " La signorina Felicita "



Ciao
?
2010-03-04 03:37:03 UTC
"Mattina" di Giuseppe Ungaretti:



"M'illumino d'immenso"



Il suo titolo originario era Cielo e mare.

Comunque amo tutte le poesie di Ungaretti.
anonymous
2010-03-04 03:37:02 UTC
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi, e profondissima quiete

io nel pensier mi fingo; ove per poco

il cor non si spaura. E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s'annega il pensier mio:

e il naufragar m'è dolce in questo mare.

(Giacomo Leopardi, L'infinito)

Spettacolare...
Mel15
2010-03-04 03:33:19 UTC
La pioggia nel pineto di D'Annunzio perchè evoca la natura


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