Domanda:
CoMmEnTo,,,AiUto!!!.............?
2009-05-30 04:52:09 UTC
ciao a ttt...mi serve un commento della posia "La pioggia nel pineto" Gabriele d'Annunzio...potete aiutarmi...sono incasinata x gli esami...AIUTO!!!!!....grazie mille in anticipo e ricordate i 10 punti!!!
Quattro risposte:
Yakuza
2009-06-03 03:04:18 UTC
SPIEGAZIONE: LA PIOGGIA NEL PINETO (G. D’Annunzio)



Il poeta dice alla donna immaginaria che l’accompagna di tacere, perché lui vuole immergersi nella natura e ascoltarne tutti i suoni.

Successivamente il poeta le dice di ascoltare il suono che la pioggia, caduta da un cielo con poche nuvole, produce sui pini ruvidi, sulle tamerici bruciate dal sole, sui mirti (considerati sacri dalla dea Venere), sui mazzetti di fiori dorati, sui ginepri pieni di bacche profumate; la pioggia non cade solo sulla natura, ma anche sui loro volti silvestri (al poeta sembra di star diventando della stessa natura degli alberi del bosco), sulle loro mani nude, sui loro vestiti leggeri, sui sentimenti che riaffiorano come nuovi e sulle illusioni della giovinezza che hanno illuso sia Ermione (la donna che l’accompagna) che D’Annunzio.

L’autore chiede alla donna se sta udendo la pioggia che cade sulla vegetazione, con un crepitio che si protrae e varia a seconda delle chiome degli alberi più rade o meno rade.Lui chiede di nuovo l’attenzione della donna per ascoltare che al pianto del cielo (la pioggia: qui D’Annunzio personifica la natura) risponde la cicala, che non si impaurisce né con la pioggia portata dai venti del sud, né con il cielo grigio cenere.

Mentre la pioggia cade, ogni albero produce un suono diverso, sembrando strumenti suonati da tante mani. Così, al poeta, sembra di essere talmente immersi nella vegetazione da diventare partecipi alla vita del bosco, quasi come fossero piante. Il volto della donna Ermione è gioioso, bagnato di pioggia come una foglia, e i suoi capelli profumano come le bacche delle ginestre menzionate da poco.

Continuando a chiederle di ascoltare, si ode il canto delle cicale che comincia a svanire, ma a esso si unisce il canto delle rane proveniente dalla parte più lontana e umida del bosco; anche esso svanisce, e si sente solo il rumore dell’acqua che cade sulla terra. Non si sente alcun rumore del mare, ma è chiaro lo scrosciare della pioggia che pulisce tutto. Mentre la cicala non canta, la rana si ode da lontano, e non si riesce a capire dove sia.

D’Annunzio, guardando Ermione, si accorge che la pioggia cade anche sulle sue ciglia, e sembra che lei pianga di piacere; lei sembra verdeggiante ed appare come una ninfa che esce dall’albero.

Il poeta pensa che la loro vita è fresca e profumata, il cuore è come una pesca, gli occhi bagnati dalla pioggia sono come sorgenti d’acqua nel prato, i denti sono come mandorle acerbe.

Loro vanno da cespuglio a cespuglio, un po’ stretti per mano e un po’ sciolti (i rami degli arbusti gli stringono le caviglie e gli impediscono di camminare), senza una meta precisa.

Intanto continua a piovere sui loro volti silvestri, sulle loro mani nude, sui loro vestiti leggeri, sui sentimenti nuovi e sulle illusioni della giovinezza che hanno provato i due protagonisti.









---==oooOOOooo==---





In quale luogo il poeta immagina di trovarsi?

Il poeta immagina di trovarsi in una pineta.



La lirica inizia con un invito al silenzio: “Taci”. Il poeta a chi rivolge questo invito? Perché?

Alla donna immaginaria che l’accompagna, Ermione. Perché vuole ascoltare i suoni della natura e immedesimarsi con essa.



Man mano che la pioggia aumenta d’intensità, quale meravigliosa sinfonia silvestre si diffonde nell’aria?

Il suono che la pioggia produce a seconda di dove cade.



Al suono della pioggia fa eco il canto di due animali. Quali?

La cicala e la rana.



Il poeta e la donna, immersi nella vegetazione, si sentono come trasformare, divenire parte integrante della natura.Come viene descritta la donna? Quali sensazioni prova? Le varie parti del corpo del poeta e della donna in quali aspetti della natura si trasformano?

La donna ha volto silvano ed ebro, le mani nude, veste con abiti leggeri; i suoi capelli profumano e le sue ciglia sono nere e bagnate dalla pioggia. La donna gioisce e par che pianga di piacere. Il cuore è come una pesca intatta, gli occhi sono come sorgenti d’acqua tra l’erba e i denti sono come mandorle acerbe.



Che cos’è la “favola bella” che illude?

La vita con i suoi sogni d’amore e le sue speranze.



Perché il poeta in questa lirica canta la natura?

Per immergersi in essa e diventarne parte viva.



Considera la terza strofa: quali sono le parole che, con il loro suono, riproducono l’aumentare d’intensità della pioggia?

“Si fa sotto il pianto che cresce me un canto si mesce più roco/ Più sordo e più fioco s’allenta, si spegne. Solo una nota ancora trema, si spegne, risorge, trema, si spegne. Or s’ode su tutta la fronda crosciare.”
Little Alien
2009-05-30 13:24:07 UTC
te ne ho scelto uno abbastanza riassuntivo ma dove penso ci sia tutto!



Questa poesia rappresenta lo sciogliersi del soggetto nel paesaggio attraverso una valorizzazione del rapporto sensoriale con esso. Sorpreso con l’amata dalla pioggia nella pineta nei pressi di Marina di Pisa, il poeta si concentra sui suoni prodotti dal cadere dell’acqua sulle diverse varietà di vegetazione e dal verso di alcuni animali, ricostruendo il tessuto sinfonico attraverso un verseggiare frantumati, tramato di riprese foniche.



Il testo rappresenta la consueta vicenda di fusione col dato naturale, fino alla vegetalizzazione dell’uomo.



La data di composizione di questa poesia non è ben nota però può attribuirsi quasi con certezza al periodo che va dalla metà del luglio alla metà di agosto del 1902. Le immagini che reggono il componimento sono già raccolte in un taccuino con la data 2 luglio 1899. D’Annunzio recupera in un momento successivo gli spunti fissati in prosa con immediatezza e li rielabora poeticamente.



Il componimento è costituito di quattro strofe di trentadue versi ciascuna. I versi alternano misure oscillanti dal ternario al novenario, con una prevalenza di senari.



Il dato oggettivo narrato è certamente elementare: un uomo e una donna sono colti da un temporale mentre si trovano in una pineta. A caratterizzare il significato artistico del componimento è soprattutto la spiccata musicalità. Tale musicalità si basa sul fitto sistema di rime ed è favorita dall’impiego di versi brevi e brevissimi. Tale brevità non serve mai a isolare e valorizzare un singolo elemento lessicale o sintattico: D’Annunzio non spezza il fluire del discorso, ma cerca di garantire la massima scorrevolezza musicale.



L’immersione nel grande evento atmosferico della pioggia estiva diviene per i due protagonisti l’occasione di fondersi alla natura, entrando quasi magicamente a farne parte. Continui nella poesia sono i segni di scambio tra natura e uomo. Nel corso del componimento la natura si trasforma in una immensa orchestra: ogni tipo di vegetazione rappresenta uno strumento diverso che le dita della pioggia suonano. Alla fine della seconda strofa la donna si trasforma in un oggetto internamente naturale, vegetalizzandosi. Nella parte centrale della quarta strofa si dirà che entrambi i protagonisti si naturalizzano e vegetalizzano così che il loro cuore diventa come una pesca, gli occhi come sorgenti in mezzo a un prato, i denti come mandorle.



Proprio la naturalizzazione dell’umano e l’antropomorfizzazione della natura sono tra i caratteri distintivi della poetica simbolistica.
napoletano_al_100%
2009-05-30 12:00:25 UTC
Questa poesia rappresenta lo sciogliersi del soggetto nel paesaggio attraverso una valorizzazione del rapporto sensoriale con esso. Sorpreso con l’amata dalla pioggia nella pineta nei pressi di Marina di Pisa, il poeta si concentra sui suoni prodotti dal cadere dell’acqua sulle diverse varietà di vegetazione e dal verso di alcuni animali, ricostruendo il tessuto sinfonico attraverso un verseggiare frantumati, tramato di riprese foniche.



Il testo rappresenta la consueta vicenda di fusione col dato naturale, fino alla vegetalizzazione dell’uomo.



La data di composizione di questa poesia non è ben nota però può attribuirsi quasi con certezza al periodo che va dalla metà del luglio alla metà di agosto del 1902. Le immagini che reggono il componimento sono già raccolte in un taccuino con la data 2 luglio 1899. D’Annunzio recupera in un momento successivo gli spunti fissati in prosa con immediatezza e li rielabora poeticamente.



Il componimento è costituito di quattro strofe di trentadue versi ciascuna. I versi alternano misure oscillanti dal ternario al novenario, con una prevalenza di senari.



Il dato oggettivo narrato è certamente elementare: un uomo e una donna sono colti da un temporale mentre si trovano in una pineta. A caratterizzare il significato artistico del componimento è soprattutto la spiccata musicalità. Tale musicalità si basa sul fitto sistema di rime ed è favorita dall’impiego di versi brevi e brevissimi. Tale brevità non serve mai a isolare e valorizzare un singolo elemento lessicale o sintattico: D’Annunzio non spezza il fluire del discorso, ma cerca di garantire la massima scorrevolezza musicale.



L’immersione nel grande evento atmosferico della pioggia estiva diviene per i due protagonisti l’occasione di fondersi alla natura, entrando quasi magicamente a farne parte. Continui nella poesia sono i segni di scambio tra natura e uomo. Nel corso del componimento la natura si trasforma in una immensa orchestra: ogni tipo di vegetazione rappresenta uno strumento diverso che le dita della pioggia suonano. Alla fine della seconda strofa la donna si trasforma in un oggetto internamente naturale, vegetalizzandosi. Nella parte centrale della quarta strofa si dirà che entrambi i protagonisti si naturalizzano e vegetalizzano così che il loro cuore diventa come una pesca, gli occhi come sorgenti in mezzo a un prato, i denti come mandorle.



Proprio la naturalizzazione dell’umano e l’antropomorfizzazione della natura sono tra i caratteri distintivi della poetica simbolistica.
lilყ ЯΦsę
2009-05-30 11:56:14 UTC
Eccotene due:



La poesia inizia con una constatazione che è anche un imperativo: Taci. Il silenzio è fondamentale per ascoltare la voce della natura, una voce particolare, che si rinnova di giorno in giorno, proprio grazie all'elemento acquifero, quella pioggia che cade sul pineto come una benedizione. E' così che piove su tutte le piante, da quelle con le foglie inaridite a quelle profumatissime e rigogliose: l'acqua cade anche sui due innamorati, figli e parte della natura che li circonda. La ricchezza di enjambement dà l'idea della dimensione verticale della pioggia in discesa, del goccia su goccia che irrora l'ambiente di nuova vita. La ripetizione del verbo piove è quasi sacrale: una funzione sacerdotale pagana della pioggia che dipinge l'intera flora del pineto, un'insieme di piante poetiche, usate da classici italiani (tamerice, ginestra) e latini, piante che suonano, come strumenti ben accordati.



L'altro verbo rivolto all'amata è ascolta. Sospensione e attenzione, comunicazione soprattutto. Ascoltare è il segreto per comunicare, sia quando si tratta di persone, sia quando si tratta di dialogare con la natura. L'attenzione è sulle piccole cose, sull'ambiente più prossimo: non il mare, ma la pioggia che filtra tra le fronde dei pini. La rana, animale acquatico, canta da un chi sa dove molto vicino quella pioggia che scende sulla donna amata: anche la bella amante è ormai tutt'uno con la natura, quasi uscisse da una scorza, una corteccia. E il confine tra natura e uomo si assottiglia: persino gli alveoli dei denti sembrano mandorle. Il silenzio ha dato i suoi frutti, quel silenzio richiesto a chi della voce ha fatto la sua vita: Ermione è infatti Eleonora Duse, attrice che portò in scena molti drammi di D'Annunzio. Ma essa stessa, la bella Ermione, non ha più nulla di umano: è una parte della natura bagnata dalla pioggia.



Allora ben venga la pioggia nel pineto, sonante allitterazione di pi pi, fin dal titolo, ben vengano quelle gocce sonanti sulle favole d'amore, illusioni, queste ultime, che hanno bisogno di essere innaffiate, per continuare rimanere aulenti, profumate, e rinascere, di nuovo fresche, come foglie rinverdite da piogge benedette.





E il secondo:



“La Pioggia nel pineto”è una celebre poesia di Gabriele D’Annunzio e fa parte della raccolta “Alcyone”.

La metrica è libera e sono presenti versi brevi: senari , settenari , ottonari e novenari ; ma anche versi trisillabi composti da una sola parola. Anche la rima ricorre ad uno schema libero : vi sono coppie di versi a rima baciata, consonanze all’interno di un unico verso e rime al mezzo.

Come in molte poesie di D’Annunzio, la struttura concettuale è abbastanza leggera, è quasi un pretesto, ridotta a un fugace cenno della presenza della presenza del poeta e di Ermione, il quale nome è presente come ultima parola di ogni verso, in un bosco, animato dai vari rumori delle foglie sotto il ticchettio della pioggia. Proprio da quel ticchettio e dalle infinite variazioni che esso produce battendo sulle foglie, prende le mosse il poeta per tradurre in note musicali le percezioni auditive, secondo una raffinata tecnica decadentistica intesa a privilegiare gli effetti musicali sul contenuto e ad annullarlo in essi. L’ispirazione della lirica si risolve pertanto nell’abbandono al piacere che quell’onda musicale esercita sullo spirito , conquistandolo in un suggestivo rapimento.

Il poeta avverte infatti un crescente desiderio di immedesimarsi con le cose , di trasformarsi , con la sua donna, in essere arboreo nell’intento di godere la verginale e selvaggia gioia delle creature del bosco con la stessa avidità di vita della piante e della natura rigogliosa.

La modulazione fonica dà un contributo fondamentale alla qualità musicale del discorso poetico. Vi sono variazione tra i toni chiari delle a e i toni cupi delle o toniche; il canto limpido delle cicale è reso con la predominanza della vocale a nelle sedi toniche; Il canto delle rane è reso con la predominanza delle vocali scure “o” e “u”; il tremolio del canto delle cicale in diminuendo è reso con la frequenza vibrante della “r”.

Per quanto riguarda le figure retoriche sono presenti anafore, epifore, allitterazioni e onomatopee e enjambement, similitudini e sinestesie.

Con la prima parola della poesia, "Taci",il poeta invia Ermione ad abbandonarsi completamente alla vita naturale, ad ascoltarne in silenzio il suono; poco dopo più avanti dirà "Ascolta". Tutti e due si sentono inaspettatamente parte viva del mondo naturale,immedesimati nella stessa natura, come se fossero intimamente uniti agli alberi, alla vegetazione grondante che circonda i loro corpi: i pini, i mirti, le ginestre e i ginepri. Domina in tutto ciò un forte senso di panico.

Nel pineto si scatena una vera musica, i cui strumenti sono la pioggia,le foglie,le piante, le cicale, le rane.

Di questa poesia,mi è piaciuto il modo dettagliato con qui descrive una semplice pioggia che si riversa su un pineto.

è molto bello il modo con cui ascolta la pioggia.

Mi è piaciuto come ha descritto le sfaccettature della pioggia che cade sui vari alberi in fiore per poi trasformarla in pioggia astratta che cade sull' anima e sui pensieri.



Bacio ;)


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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