Domanda:
Mi scrivete la poesia di Ligabue, "Un bell'applauso"?
claudiaan2001
2007-06-15 09:42:11 UTC
Grazie... se ne avete altre di Liga va bene lo stesso!
Undici risposte:
anonymous
2007-06-15 09:50:41 UTC
Esce il libro di poesie di Ligabue: Lettere d’amore nel frigo..sto vedendo se lo trovo nel caso te lo posto..l'ho scaricato

Luciano Ligabue

Lettere d'amore nel frigo

77 poesie

(2006)





Prefazione di Nico Orengo





INDICE









Prefazione 4

Uno 7

prima di accendere la tivù 8

luci di posizione 9

post it 12

il guscio rotto 16

gli anni in cui eravamo distratti 17

la tasca destra dei calzoni 19

la bacchetta che indica le lettere più piccole 21

avviso per i non atei 22

acqua per acqua 25

ballata di b 26

fino a prova contraria 29

Due 30

cosa non mettere in valigia 31

gente che tenta 34

la malizia del croupier 35

il silenzio dello scalpello 37

le cartoline non inviate 38

lettere d'amore nel frigo 41

voci che hanno fatto il tuo nome 43

chi sa baciarsi il mare 45

ci si prova 47

ballo nel luogo emotivo 49

a distanza di sicurezza 51

Tre 53

liberi tutti 54

un amore pronto a sudare 55

false partenze 57

non fai l'orefice per caso 59

mosca d'autore 61

il cammino sulla palla che ruzzola 62

multiproprietà 63

brunch 65

prima che il nome apparisse sul display 66

tiro alla fune 68

dieta personalizzata 69

Quattro 70

mio figlio che ce la fa 71

da questa parte del vetro 72

difesa a zona 76

la giostra della rotonda 77

il fiume dalla cannuccia 80

lama di quindici 81

io pollo e due cani 83

pic nic fuori tempo 85

il ragno ha preso casa 87

titolo familiare 89

terraferma 90

Cinque 91

ce lo vedi mick jagger morire a ventisette anni? 92

educazione fisica 95

lezione di ballo numero quattro 98

l'anno tagliato a metà 100

i vestiti sulla sedia 102

valutazioni dell'usato 103

pernacchie alla terra 105

meno male che non siamo gatti 107

è dall'inizio che te lo dicono 109

il pennarello indelebile nel taschino 111

a re 112

Sei 114

oggi domani ancora 115

medaglia al valore 117

seduti sulle barche rovesciate 118

disegni sui finestrini appannati 120

avevamo diritto a tutto 122

parti danneggiate dentro 124

vita di prua 126

ohhohh 128

provvisorio 129

traslochi 131

un bell'applauso 133

Sette 135

corsi di nuoto 136

lascia che ti spacchi gli occhiali 138

l'amore con te che sanguini 139

a quanto pare mia madre non dovrebbe avermi abortito 140

tutto compreso aftershow 142

il cerino nel buio 144

niente scorte a magazzino 145

non te la caverai con poco 147

andrà come andrà 149

quello con gli occhiali azzurri 151

mandala 154



Prefazione

di Nico Orengo











Ligabue se n'è venuto su, a fianco degli spaesati di Tondelli, degli stralunati di Cavazzoni, di quei camminatori di pianura di Celati, imboccando la Via Emilia, metafora di un on the road possibile, fra trattori, ciliegie di Vignola, piastrelle di Sassuolo, sentendo alle spalle il vivace laboratorio emiliano e bolognese, una modernità in elastico fra tradizione rurale e avanguardia di modelli amministrativi e culturali.

Cognome che hai nell'orecchio, evocativo di colori forti, rombo di moto, di naïveté, «Ligabue» è un passepartout persuasivo che sembra dichiarare subito le proprie intenzioni di spirito anarchico dolce, di libertà di movimento, di maledettismo temperato, il rifiuto dell'autolesionismo per un «salviamoci la pelle I che è quello che ci resta». Perché è dalla pelle che tutto comincia, la pelle del paese, dalla quale non conviene strapparsi per non perdere l'identità e perché l'altrove, ma si, anche New York, potrebbe dare quello che si ha qui, in quel di Correggio: i campi, il bar, gli amici, la banda del paese, il cinema e una casa con affetti e libri e dischi. Una realtà piena e semplificata per uno come Ligabue che si considera innanzitutto un musicista, scrittore di canzoni e poi, cantante. E dove il palco e la recita del personaggio sono solo un momento di quella che è la sua vita e la sua attività di compositore.

Ma l'energia è tanta e la canzone è stretta e per quanto Ligabue cerchi di trasformarla in racconto il tempo di un disco è quello che è. Allora ecco allargarsi sulla pagina con i racconti di Fuori e dentro il borgo o passare alla regia con Radiofreccia. La canzone diventa un canovaccio per il racconto, il racconto diventa traccia per un film. E tutto per parlare dei ragazzi, dei loro sogni, a metà degli anni '70 e dei successivi decenni. Quella è la pelle di Luciano Ligabue. C'è Tondelli, c'è Bukowski, c'è l'amico Guccini, ci sono i Rolling, Dylan, Keith Richards, le prime radio libere con Jessica, Black Market, Sweet Home Alabama o RebelRebel di David Bowie, a cui, nel tempo ha risposto con i suoi tanti dischi, da Ligabue a Lambrusco, da A che ora è la fine del mondo, a Buon compleanno Elvis, Radiofreccia, Nome e cognome. Ci sono i suoi registi, che vanno da Truffaut a Kubrick e Fellini, da Scorsese a Wenders. C'è, fra cinema e letteratura, l'immaginario di un qualcuno che è nato anche prima degli anni '60, anno in cui è nato Ligabue, e dunque di un qualcuno che è vorace, curioso, che non guarda solo intorno e in avanti. E che soprattutto si prova e si trova nella scrittura, luogo d'attrazione della sua esperienza. Luogo di comunicazione con gli altri e luogo di «messa a fuoco» con se stesso. Così sembra, quando, come in questo Lettere d'amore nel frigo, Ligabue sceglie il verso che è della poesia. «È uno come tanti | che ha le sue | lettere d'amore | nel frigo | e nello scomparto frutta...», scrive, abbassando il tono, mimetizzandosi, tornando non solo metaforicamente a Correggio, lontano da amplificatori e luci e folla. Cercando di recuperare il nocciolo di quanto verrà dopo, la scintilla del compositore, dell'autore di canzoni. Qui, la poesia vuol dire intimità, scheggia di riflessione e racconto, un brogliaccio di emozioni sostenute da un filtro d'ironia: «un amore che comincia d'estate | è un amore in salute...» Versi su spaesati, abbandoni, delitti, rapine, su «ogni giorno (è) buono | per il lancio | della prima pietra», versi d'abbandono. Ma versi senza musica, che non sia quella della parola, del ritmo, dell'a capo. E come se Ligabue scrivesse controcorrente, la sua abituale corrente, quella che affida la parola alla musica. Qui, in questa raccolta, c'è la totale assenza di canzone, è inutile provare ad applicargliela, magari ricorrendo ad un suo «motivo» o ricalcando un suo «tema». No, qui c'è Ligabue che scrive poesie, aspre o in rima, secche e sincopate. C'è una nudità di pelle poetica, un mostrare l'urgenza del concetto, il lampo e la sintesi di un antilirismo dichiarato. Qui, corpi e oggetti brillano di una luce cruda e si intrecciano in storie di quotidianità e sentimento aspro, a difesa di sentimentalismi facili, scontati.

Materiali poetici che verranno diluiti, filtrati in canzoni? O un percorso da gambero? Come se Ligabue avesse cercato la libertà di tornare indietro, partendo dalla sua ultima canzone per arrivare alla prima scritta, seguendo sottopelle i nervi e le vene del suo esprimersi, l'incandescenza dell'esprimersi. Là dove c'è «la vita da vivere, vivere».







Lettere d'amore nel frigo





Uno





prima di accendere la tivù



guardiamo gli insetti

sbattere sulle lampadine

li vediamo friggere

diciamo

non ce la fanno

a entrare nella luce

quegli stupidi







luci di posizione



in caso di nebbia

se vedete così

sessanta chilometri all'ora



e vedete

la macchina morta

di ruggine avanzata nel prato

sogno di vacanze romane

per lucertole

fuori stagione

fuori stagione

come la pozza

con ambizione di lago

fuori stagione

come quel paio di fiori

arrivati in anticipo

per essere primi

mentre per primi

soprattutto

muoiono



in caso di nebbia

se vedete così

quaranta chilometri orari



siete nel tratto

con l'esseoesse

inattivo

ondaradio vi stona

di prudenza

su musica orizzontale

forse vedete

il traffico d'angeli

chiedere ordine

forse vedete

segni di psicoguerra

in atto

e il cartello

stiamo lavorando per voi

anche se voi

non l'avete mai chiesto

come faranno a sbagliare

così tanto a indovinarvi?

ci sarebbe

il divieto di sorpasso

per i camion

ci sarebbe

il limite a centotrenta

ce ne sarebbero di cose



in caso di nebbia

occhio ai segni



se sentite

l'odore di concime

soccombere

se vedete

nuvole ancorate

alla nebbia

infiniti colpi

d'abbagliante

sul collo

silos cromati

lussureggianti

nella loro fedeltà

al padrone

se vedete le mosche

e i cani che hanno

un incidente con voi

svolta obbligata

a destra

e poi a sinistra

punti neri del mondo

per cui su

e subito giù

la corsia d'emergenza

sempre più magra

gli avvisi per la piazzuola

messi troppo avanti

per potere davvero

scegliere se fermarsi o no

la scritta

dio c'è

forzare l'imbiancatura

fatta dopo



in caso di nebbia

occhio ai sogni



se vedete i due cartelli

trasporti eccezionali

chissà

magari

tra i due cartelli

vi ci potreste infilare







post it



ci si allontana a spinte

va così



nel frattempo

prego

compilare

dichiarazione

peccati



nel frattempo

rigirare legnetto

su pietra possibile

in era glaciale



nel frattempo

prego

non conservare

lo scontrino



nel frattempo

riconoscere

espulsione

di madre

costeggiare

spalle girate

di padre



nel frattempo

espellere fluidi

espellere scorie

perché soli

perché sì



nel frattempo

allacciare cintura

e stringhe pendule

abbottonare camicia

fino a gola stonante

nascondere singhiozzi

e mutande sporche



nel frattempo

spalmare creme

cosmetiche e lenitive

su anime cucù



nel frattempo

infiammare bengala

soffiare girandole

spegnere candele

accendere rètine



nel frattempo

accompagnare

stelle



nel frattempo

ammettere

zone di competenza

sopra e sotto il collo



nel frattempo

adagiarsi supini

braccia larghe

adoperarsi che qualche musica

possa decidere

di atterrare



nel frattempo

sapere grave

la gravità

tenersela buona

provare a lavorarla

quando si fida



nel frattempo

cancellare aggettivo grasso

da qualsiasi martedì a venire

o accoppiarlo a ogni lunedì



nel frattempo

non lasciare

buchi di conversazione

buchi nell'acqua

buchi

in

giro



nel frattempo

sopportare

vetri



nel frattempo

abbassare un'altra volta

il record personale

temere la tenuta

del cuore



nel frattempo

non sbagliare posata

portare boccone

ai denti

azzannare



nel frattempo

orientarsi

nella stanza

chiusa a chiave

dal buio

camminare forte

in tutte le stanze

non lasciando dormire

gli ospiti



nel frattempo

appuntarsi

che se ci si allontana a spinte

per un po'

ci si era avvicinati

ad abbracci

nel frattempo

accettare

meraviglia







il guscio rotto



in caso di male

hai chiesto cremazione

perché il male

smettesse di mangiare

noi siamo quelli

che hanno sibilato sì o no

a brochure di bare

non c'era bisogno

di fare pace tra noi

quando la cerea spianata frontale

confermava che le guerre

erano tutte inventate



ancora una volta

hai avuto troppo coraggio

ancora una volta

hai deciso tu

chiedendoci regali

per le infermiere

dei tuoi ultimi orgogli

e poi avviarti

i medici con le mani aperte

i mesi scivolati a terra

il guscio rotto



ancora una volta

hai avuto l'ultima parola

cercando di non sporcare

non suonando mai

il campanello del reparto

confessando alla suora

e bestemmiando fino in fondo

che non ti andava di morire

e poi zittirci che avevi sonno

proprio nel giorno della madonna







gli anni in cui eravamo distratti



non è ancora chiaro

se siano finiti del tutto

gli anni in cui eravamo distratti



non ci accorgevamo

che le nostre cellule sfinivano

e quelle nuove arrivavano

e quelle di nostro padre

andavano a male



negli ospedali camminavamo

dritti verso un letto

non giravamo mai lo sguardo

in corsia

sentivamo le canzoni

ci abituavamo alle peggiori

le ricantavamo forte

per non sentire

notizie davvero vere



come certi prestigiatori

ci infilavamo

lastre sottili di ferro

a dividere

la parte sopra l'ombelico

da quella sotto

e non diteci che non sapete

quale porgevamo

alle ragazze

e non diteci che non sapete

che la loro richiesta

non la ascoltavamo

con

precisa

distrazione

scelta



ai funerali

pensavamo ad altro

se ci andavamo

impegnati a rendere coerente

l'epitaffio

uno che se l'è cavata



fatti

di pezzi di uomo

messi insieme

con pazienza orefice

braccia e orecchie conserte

eclissi parziale di occhi

camminavamo sul filo

con in bocca il cucchiaio

sul cucchiaio l'uovo

sull'uovo il peso del cielo







la tasca destra dei calzoni



erano lì

sul tappetino

tra le ciabatte

e il crotalo stecchito

vicini a una macchia di vino

una volta rosso

sfiorati dal lembo del lenzuolo

macchiato a sua volta

di uomo e di donna

una volta rossi

sovrastati dalla radiosveglia

che si lascia scappare

note rosa pallido

una volta rosse

e dalla foto incorniciata

il cui soggetto

una volta



erano sotto

il peso dei sogni



sotto il peso

di una stampa di renoir

la lampadina fulminata

per sempre

un volume di p k dick

la lettera d'amore

che era riuscito a scrivere

a se stesso

melatonina in compresse

gli occhiali senza montatura

e senza lenti

senza stanghette

il congresso delle camicie usate



tutta roba che

pur essendo lì intorno

era sopra



erano lì

lì sotto

i motivi per cui

uno si dovrebbe alzare



si trattava

di riuscire

a chinarsi

raccoglierli

piegarli

infilarli nella tasca destra

dei calzoni sulla sedia



dare un'altra

piccola

veniale

delusione

alla morte







la bacchetta che indica le lettere più piccole



te li cambiano

gli occhi del bambino

o ti lasciano

solo

gli occhiali

vicino?







avviso per i non atei



il dentista ha lasciato

intenzione o no

lo stampo indurirsi

il padrone della bocca

è lì per vomitare

i suoi occhi da furbo al momento sono ex



il donatore di seme

medita fino al picco

indirizza l'ingresso

progetta l'uscita

tira il mondo un po' verso di sé



il custode del campo

ripassa la riga

con la carriola del gesso

ha aspettato che diluviasse

e che la luna fosse in pesci

non chiederà straordinari



il sollevatore di pesi

sul tavolo

dell'illusionista

aspetta levitazione



il tifoso di ciclismo

scrive sulla strada

vede

vuole

chi



il fantino allunga la mano

alla contrada rivale

i denari

sono più di trenta



l'infermiere è appoggiato

al muro di fianco alla porta

cerca un respiro

prepara un sorriso

entra



la regista ordina

al figurante

un appuntamento

tutto compreso

al collo ha una piccola

pialla di platino

che tocca più volte

al giorno



il rigiratore di pollici

all'improvviso

cambia senso



lui si tira vicino lei

bocca contro bocca

ruba respiro

un po' per mancanza di scelta

un po' per la prova del palloncino



all'incrocio

tra via saltini

e via cottafavi

due macchine

una dentro l'altra



l'uomo in piedi

insulta quello a terra

quello a terra

guarda le gambe

guarda le braccia

guarda l'uomo

guarda il gatto sull'albero

sorride



l'accalappianuvole

chiede notizie

sulle sue ferie arretrate



la barista della stazione di servizio

serve il cappuccino

al famoso calciatore cafone

tra il caffè e il latte

c'è il suo sputo



miriam ha un bruttissimo neo

ci sapranno dire

e speriamo bene

altroché







acqua per acqua



diremo che il mare

che si fa grosso

fa sempre e comunque

se stesso

la radio di bordo

passerà melodie

dal bordo

del pianeta battuto

il diario di bordo

lo terrà l'analfabeta

i macchinisti si faranno

l'ombra delle macchiniste

le storie di mare

verranno tutte riscritte

o quantomeno spinte

giù

dal vero



non conosciamo

i nomi dei mozzi

non conosciamo

le risorse della stiva

il timone è sempre roulette

quando si chiamerà terra

lo si farà

un po' sorpresi

un po' annoiati

acqua per acqua

fame per fame

osso per osso







ballata di b



b è tornato

è morto

ma si era sbagliato



ti vuole seduto di fronte

ti vuole vederlo da ponte

ti vuole sentire di corpo

ti vuole saltare lo sforzo

ti vuole schiumare le onde

ti vuole ridere in faccia al concetto di sponde

ti vuole imboccarti un goccio più forte

ti vuole ridere in faccia al concetto di porte



aspetta che metti in accordo le corde

poi gioca col tempo per come lo intendi

ti mostra il labiale per chi non è sordo

ti mostra la cifra che ancora non spendi



ti chiede che cosa ne sai tu di sfere

se senti da lui una voce da alieno

se gli riconosci un viaggio lontano

che quello di adesso è il suono più vero



ti dice che sei nella sala d'aspetto

fin quando non trovi ciò che c'è sotto

sotto le bombe

sotto la rogna

sotto i recuperi della vergogna

sotto il reticolo

di ogni dolore

la scelta storpia del male minore

sotto l'origine

dei mali finali

sotto abbaglianti penombre sessuali

sotto le parti

di certe farfalle

rimaste incastrate nel tergicristallo

sotto al deposito

della bottiglia

e anche al rifiuto

di un pezzo di pane

sotto alle balle

di una famiglia

sotto la coda

ruffiana del cane

sotto le ossa

che gàbbiano il petto

all'angolo ottico a cui sei costretto

ai futures

ai fondi d'investimento

al bacio bagnato del tradimento

a un crocefisso

a un dio seduto

preghiere richiamo richieste d'aiuto

al pio fanatismo

del benefattore

metafore spompe su luce e calore

al gesto studiato

dell'assassino

e di quello che pianta da vecchio l'ulivo

il fiato sul vetro

in maternità

e l'offensivo concetto di tenera età

e alle gomme perfette

delle macchine blu

passeggeri inchiodati si danno del tu

sotto i segni di sangue

dell'autoflagello

alle ferie in servizio

di una *******

gemello che gode

per l'altro gemello

passaggi a livello

di certi nirvana



b ammette che è roba già detta

da chissà quanti che sono passati

forse anche loro morti sbagliati

perché non avevano tutta la fretta



ti vuole rialzarti col tempo che intendi

ti vuole rispondere al suo saluto

ti vuole guardarlo intanto che scendi

ti vuole parlare nei panni del muto



ti vuole provare soltanto a capire

nel caso anche tu

ti sbagliassi a morire







fino a prova contraria



non sono venuto

a rimettere la porta

sui cardini

a passare il grasso

con la pompetta

mentre fuori

non si sa

che campanello

pigiare



non sono venuto

a perdere tempo

dal rubinetto

né creta dalle unghie

né memoria dalle vene

né croste dalle ginocchia



non sono venuto

a dare le spalle

l'erba non ce la fa

a mettersi all'ombra

nel caso aspetta

uccelli arrivano

alle ciliegie

prima degli uomini

anche se mi tagli a metà

non trovi i cerchi

che raccontino

i miei anni



non sono venuto

a fare la coda

nel caso

ripasso







Due





cosa non mettere in valigia



hai fatto così tanta strada

per arrivare fino qui

ti è toccato partire bambina

la piccola valigia di cartone

ci tenevi i rossetti finti

il fracasso dell'erba che cresce

le confidenze del rivolo

l'incisione fucsia delle azalee

ci tenevi

un astuccio di gemme

e la chiave del cespuglio

gli occhi hanno preso

il colore del cielo

a forza di guardarlo

per una bambina che sapesse

già camminare

la radura era il più sicuro dei box

ma anche il più insidioso

poteva dirti all'orecchio

di tenere per te

parole come

si può fare a meno degli uomini



non si capisce perché il tempo

avrebbe dovuto fare sconti

proprio a te

e la valigia si è appesantita

delle scarpette da ballerina

imbrattate di pece

promessa sbugiardata

nel tempo di una rosa

poi qualche uomo

ha provato a prenderti

gli hai detto non è il caso

ti ha presa lo stesso

non ti sei fatta prendere

lo stesso

il suo problema

non era affare tuo

certo che anche questo è finito

in valigia

come poteva essere altrimenti?



la radura schiacciata

dal condominio

in casa finestre

sempre più chiuse

il peso della valigia

ti allungava le braccia

formate ma non finite

hai provato a provare

l'anima che non restava accordata

hai detto perché no

a uomini che facevano a meno

della tua parte di spasso

le braccia reggevano meglio

la valigia più pesante

sei andata nelle città



hai capito

che il tuo posto non era nei posti

era dove dicevi ecco

mentre di casa

non ce la facevi a dire

per esempio

il corpo rispondeva preciso

l'anima non si lasciava nemmeno

fare domande

hai tenuto la mano

di chi non ce la faceva a non morire

hai cambiato la fiducia

a chi doveva guarire da solo

hai passato informazioni

senza lesinare sulla voce

senza risparmiare le mani

la strada non finiva

la tua schiena ballava dritta

anche con le scarpe

chiuse nella valigia



hai fatto fatica a parlare davvero

non potevano credere

e allora hai parlato

per come volevano

perché anche essere gentile

è meglio di niente

ma le parole avanzate

hanno reso la valigia

quasi impossibile



hai fatto così tanta strada

per arrivare fino qui

ma adesso se vuoi

ti puoi sedere

di là c'è un bagno caldo

ti puoi sedere

di là c'è un frigo pieno

ti puoi sedere

mentre di qua

la apro io

la tua valigia

e ti mostro

che dentro

c'erano solo

un paio di farfalle

dure a morire







gente che tenta



perché tu come li spiegheresti

l'intervallo del trapezista

la fissa di leonardo

lo sberleffo della donna cannone

l'atleta con l'asta sopra l'asta

l'incertezza del deltaplano

e la pallonaggine della mongolfiera

come ti spieghi

i solitari di gagarin

la rassegnazione al paracadute

il giro della morte

il tutto e subito di lindbergh

e la fiducia di icaro

se non

andare a vedere

se dio

è in zona



come la dobbiamo prendere

la loro media tristezza

è perché non hanno visto?

o perché sì?



l'altro giorno

nella tratta milano-cancun

un passeggero

e una assistente di volo

chiusi nel bagno

virando sopra

i sospetti

e la coda fuori

hanno fatto

il loro

tentativo







la malizia del croupier



non c'è bisogno

di tutta questa las vegas

perché non venga mai notte

o perché sia sempre e solo notte

per fare

il giro del mondo dell'ovvio

inforcando occhiali da sole

da sera

e perdere

per girare il caleidoscopio

sposandosi al volo

e perdere

per farsi chiudere a chiave

dal primo deserto a tiro



non serve

tutta questa las vegas

per provare la fortuna

o farsi provare da lei

e pagare così poco l'alloggio

per saldare poi il conto

con altre scommesse

e perdere



non c'è bisogno

di lasciar fare

all'inverno

né all'inferno

di conservare le ceneri

o aprire il paracadute

sempre più tardi

di mostrare a tutti

l'orecchio del toro

di sapere che il trucco c'è

e non volere sapere quale

così da fare in tempo

per lo spettacolo

del giorno dopo

e lasciare passare

bus di vecchiette

l'una via l'altra

a scommettersi la pensione

e comprarsi il passatempo

loro

che di tempo

ne hanno così poco



non c'è bisogno

di tutta questa las vegas

per sentire il ghiaccio

tintinnare ovunque

intimare il sette ai dadi

lasciare mance al croupier

alla cameriera

al barista

al sindaco

al presidente

e perdere







il silenzio dello scalpello



i pensieri cui siamo abituati

si abituano a noi

e la loro unica preoccupazione

è che il nostro prossimo amore

non sia tale

da cacciarli

ingrati come possiamo essere

di qua







le cartoline non inviate



se ne andranno i bambini

che sanno i cartoni animati

possibili

come quelli aggrappati

agli stipiti

il secondo giorno di scuola



se ne andranno i bambini

che sanno tutto in casa

e quelli che hanno già capito

e non l'avevano chiesto

se ne andranno



non resteranno nemmeno

quelli più veloci dell'ultimo

aggiornamento di sistema

né quelli che proprio

non possono mangiare

i meravigliosi piatti

preparati

con l'amore preoccupato

l'amore appostato

l'amore quasi rassegnato



gli occhi rasenti terra

costretti a guardare in alto

vedere più cielo



se ne andranno i bambini

che prendono l'angolo

per stare al centro



e quelli che corrono e cadono

e sotto c'era uno specchio

ancora tutto da rompere



non basterà

l'ipnosi delle cantilene



se ne andranno eccome

con le gambe muline

da dove sono bomber o stelle

da dove sono tutto

e l'abito fa il monaco

casomai



se ne andranno

lasciando il lieto fine

lì dov'è

cosa volete che facciano

se non andarsene



hanno lo zaino pronto

appena l'ostetrica li ha battuti

hanno progetti per cui

non hanno mai fatto domanda

hanno cattive informazioni



hanno fretta

così tanta fretta

tutta questa fretta

messagli addosso

come la maglietta azzurra

con la prepotenza che basta

per non rispondere con lo sguardo



fretta

di lasciare il posto

a quelli che vengono dopo

che già

non vedono

l'ora di andarsene



fretta

bestemmiata

già

al secondo

o terzo respiro

dopo che se ne saranno andati







lettere d'amore nel frigo



è uno come tanti

che ha le sue

lettere d'amore

nel frigo

e nello scomparto frutta

tiene la matrice

dei biglietti

per lo spettacolo del per sempre

se ne ha comprati tanti

è perché gli spettacoli

durano quel che durano

così compra altri biglietti

con sopra la scadenza



la regolazione è sul tre

e nel portauova

ci sono foto di donne

talmente diverse

da essere solo una

che nella foto saluta



nella ghiacciaia

ci sono

le sue unghie spezzate

e qualche filo di pullover

e qualche ricciolo di nylon

e una foto di arcobaleni gemelli

e musiche involontarie

e tazze mezze e mezze

e verso il fondo

ci sono

le voci del piacere cantato



nel ripiano sotto

ci sono i grafici

la parabola è sempre uguale

il picco è al via



cambia il frigo ogni due anni

prende modelli sempre migliori

ogni volta che lo apre

si mette la giacca e i guanti in pelle

ogni volta che lo chiude

se li toglie

e si sfrega le mani







voci che hanno fatto il tuo nome



tutte le voci

che hanno fatto il tuo nome



una era di castello di sabbia fradicia

una di foglie di vite

una era ordine di stelle

una usciva solo col microfono tenuto al collo

mentre le tenaglie scure

nella vetrinetta

non avevano l'impudenza

né la bugia di riflettere



e quella che si faceva largo tra le alghe

e quella falcidiata d'accento

e quelle che lo facevano solo al buio

c'era anche quella terra di siena



diciamolo non erano poche

quelle rimaste indietro

a farsi trascinare dal corpo

ma non scherzavano nemmeno

le voci separate in casa

almeno un paio volevano il tuo posto



quelle voci stonate

a fare il tuo nome

non c'era bisogno che avessero

le erre a posto

che si inventassero diminutivi

vezzeggiativi abbreviativi

era sempre il tuo nome

detto da una voce

coriacea di limone

o una tratteggiata

o una con la polpa di mitilo



quante urlavano perché

non sbagliassi orario

quante erano appello sovrappensiero



non c'era bisogno

di tutti quegli interrogativi

tutte le voci che hanno fatto il tuo nome

hanno sempre avuto

buoni motivi







chi sa baciarsi il mare



sale il livello dell'acqua

cresce la nostra artrosi

crescono in altezza

i pensieri pericolosi



il panico sposta le scelte

l'urgenza ha effetti contrari

si vede il ditale pieno

capace di sette mari



ma sale il livello dell'acqua

ecco cosa succede

scarpe di pelle morbida

sono di impaccio al piede



il primo effetto evidente

è che si rallenta il passo

c'è chi si pialla i ciottoli

per il rimbalzo del sasso



sale il livello ancora

si sente il cerchio al ginocchio

i passi alimentano onde

le nuvole gonfiano l'occhio



un attimo e siamo all'inguine

più sotto non vedi niente

abisso di bestie possibili

nessuno si chiami assente



qui sale il livello dell'acqua

bisognerà fare qualcosa

che coi genitali a mollo

la gente si fa nervosa



ammetti un limite netto

non ti hanno fatto anfibio

tu coi tuoi gesti di nuoto

l'acqua col suo fastidio



e ora che stringe la morsa

attorno a ogni addome

porge problemi antipatici

blinda la digestione



problema figlia problema

ci si dovrà abituare

al livido tonfo subacqueo

dei battiti del cuore



vanno pinne e boccagli

e bombole di marca

chissà se c'è un altro prescelto

che si presenta con l'arca



e intanto l'acqua è salita

e ora chiude la gola

si dice che l'acqua e la vita

siano una cosa sola



vero come si salva

solo chi sa galleggiare

chi non si oppone all'onda

chi sa baciarsi il mare



vero come si salva

chi si è attrezzato bene

e sotto le proprie costole

tiene le scorte piene

vero come che l'acqua

non abbia niente in rima

ognuno è la propria isola

proprio com'era prima







ci si prova



ci si dimentica

il pettine

sul cranio calvo



ci si tira via

il muro

a vicenda



a vicenda

ci si strofina via

la ruggine



ci si passa

la prima pietra



ci si soffiano

gli occhi

col solito

fazzoletto



ci si strappa via

il morso

l'uno all'altro

tanto per allentare un po'

la corsa alle mandibole



ci si accorge

della necessità

delle necessità

di troppo



ci si abbina



ci si passano

lubrificanti reciproci

ridando futuro

agli ingranaggi surriscaldati



ci si imbarca



ci si tira su

l'ancora

a vicenda



a vicenda

ci si copia

il compito in classe

lo si consegna

uguale



ci si restituisce

la carne

scambiata

per poco

con poco



ci si imbatte



ci si alterna

alla guida

ai posti dietro

al posto del morto



ci si infiamma

senza cerini

senza zippo



ci si chiede

tanto



ci si prova



anche

a

vicenda







ballo nel luogo emotivo



questa è la parcella

per il ballo

nel luogo emotivo

dove

al sicuro

è un concetto

non rispondente



raccontami

dell'oro

del verde

del cobalto

dell'indaco anomalo d'aura

che non si imprimono

nella mia rètina

ma nella cera

che prova

a tenere le piume sì



dimmi il

presente prossimo

leggimelo

nei tessuti

ricordami

ogni ora e quaranta

che il corpo si porta

sempre un po' avanti

con il lavoro



informami sul mio

fuso orario

gemellami

al respiro primario

gestisci i tempi

degli svelamenti

dei segreti

mappe di orecchie e di piedi

fermezza di cambiamenti



provami la pressione

dimostramela

mentre sono qua

a non misurare chilometri

a non tenere minuti

a non considerare contorni

a non schivare l'amore







a distanza di sicurezza



non l'avevano trovato

steso a faccia giù

nel canale di scarico

per ditte fraudolente

incavo del braccio

vulcanato

nutrie curiose

a distanza di sicurezza

la tana del picchio

vuota

erba d'argine fatta da poco

dal contadino in servizio d'ordine

fioritura decisa

per abitudine o noncuranza

a piccole tragedie

di passaggio



non l'avevano trovato

mescolato alla macchina

accartocciata

attorno al platano

inopportuno

mentre il merlo femmina

a distanza di sicurezza

slacciava i cordoni alla terra

strappandone i vermi

allungati al limite



non era stato trovato

come un fermacarte

verde in cucina

l'osso di pollo

come un fermacarte

avorio in gola

zuccheriera a pezzi

lo scatto dei piccioni

dal davanzale

formiche

a distanza di sicurezza

trappola per topi

non ancora scattata

dietro la pattumiera



non era stato trovato

nel cassonetto

con il secondo

orrido sorriso alla gola

seconda bocca di sangue

un sorriso

che non ha presente

figuriamoci il futuro

il coltello nascosto

a distanza di sicurezza

mentre dalla finestra

due piani su

spifferi affilati

di luce bionda

e gemiti

di pornostar

a fine carriera



non l'avevano trovato

tanfante di carne fritta

sul seggiolino in tela

frustato dalla lotteria

del fulmine

la canna in carbonio

piegata

dalla tinca che non cede l'amo

pescigatto

a distanza di sicurezza



era il caso

di allacciarsi le scarpe

a distanza di sicurezza







Tre





liberi tutti



va bene dio

hai vinto tu

sei sempre il migliore

ora però

basta rimpiattino

giochiamo a qualcos'altro

vuoi?







un amore pronto a sudare



un amore che comincia d'estate

è un amore in salute



è orizzontale

seminudo

si abbina all'allegria di canzoni furbe

mentre qualcun altro

porta il cane

a pisciare

sul lungomare degli astronomi



tutto quel sudore

lo fa scivoloso

ma quando cade

sa ridere di sé



si toglie gli anni



tiene aperte tutte le finestre



informa il mondo



se il sole avesse

solo un po' di humour

gli riserverebbe l'occhiolino

del nonno al nipote sveglio



un amore che comincia d'estate

non ha paura

del cancro alla pelle

non ha paura



fa comodo anche agli altri

che possono così

chiamarlo stupido

fatuo passeggero virale

di basso profilo

di cattivo gusto

possono tenere gli specchi

dentro le federe marroni



quelli che si fingono

più a favore

lasciano che si sappia

il loro compatire

mentre dicono

una vita ce l'abbiamo tutti



non è che gli abissi cambino



nemmeno l'idea di fortuna

né del suo contrario



fa solo prima a spogliarsi



toglie un po' di lavoro a san lorenzo



prende cura di sé

lasciandosi andare

alla barba che non si fa

al trucco che non si mette



un amore che comincia d'estate

si è perso la primavera

ma non lo si vedrà mai

pensare

all'autunno

imminente







false partenze



il cuore comincia fertile



poi lo si innaffia quando

ci si ricorda



e l'amo si incastra nel palato



e la prima linea delle assenze

guadagna metro su metro



e spore con la valigia pronta

si siedono ad aspettare

un vento qualsiasi



poi i denti dopo i denti da latte

si cariano



e le porte fuori dalla nostra camera

non ci fanno dormire



e le mosche sono più veloci

di tutti i nostri schiaffi



e la tigna striscia



e il chiromante

ci dice quanto

la linea della vita

sia lunga

mai che dica

quanto

sia larga



e il cielo può

distare

altrimenti

a seconda



e la musica

ha un suo modo

di fermarsi



e piangere serve ad altro



poi succede che qualcuno

il proprio cuore

se lo strappi a mano

e lo serva nella ciotola ai cani

o lo ficchi nella macinatrice per

del locale in franchising

o ne disinneschi

il congegno a orologeria

o lo fissi con la molletta

contro i raggi della bici

o lo presti per il lancio

ai tiratori a piattello

o gli stringa una benda

attorno alla bocca



probabile che abbia sentito

che senza un cuore

l'infarto non viene







non fai l'orefice per caso



si svegliava ogni mattina

o almeno così gli sembrava

porgeva il latte alla moglie

ne riceveva il caffè

porgeva quattordici parole alla moglie

ne riceveva sei

porgeva la sua assenza alla moglie

ne riceveva altrettanta

alle 8 e 28

apriva il negozio per sé

alle 8 e 30

per il mondo

faceva quello che fa un orefice

cercava di non sbagliare un colpo



ai clienti si rivolgeva con parole precise

e voce precisa

ed emissione precisa

e tono preciso

e abito preciso

e capelli precisi

e denti

alle 13 precise chiudeva il negozio

la telefonata ai due figli

una alle 14 e 15

l'altra alle 14 e 25

precise

alle 14 e 35 era sul divano

alle 15 e 58 riapriva il negozio per sé

alle 16 per il mondo

cercava di non sbagliare un colpo



erano di preciso le 17 e 22

quando entrarono

i due rapinatori

avevano per la precisione 23 e 28 anni

quello di 28 aveva la pistola

che gli avevano venduto come precisa

dissero precise parole di circostanza

l'orefice estrasse la sua di pistola

e con due colpi precisi

seccò prima quello armato

e poi l'altro

cercava di non sbagliare un colpo



posò l'arma sul bancone vetrinetta

a dieci centimetri precisi

dal bordo



a certa gente

è meglio

non toccargliela

una precisione

così precisa







mosca d'autore



la mosca

che si posa

sulla tela

e la va a cambiare

sembra mandata da qualcuno

che ha deciso

di disturbare

il pittore

proprio lì

nel punto

d'illusione

d'eternità







il cammino sulla palla che ruzzola



anche se

mozart era alle radiografie

vincent ha forzato l'orizzonte

kafka ci ha specchiato da brutti

kerouac ci ha insegnato come abbuffarci

per poi scappare al momento del conto

anche se

chaplin ha reso enormi

le nostre sopracciglia

hendrix ci ha mostrato

le possibilità impossibili

dante ha fatto il riassunto

delle puntate rimanenti

anche se

stanlio e ollio si preoccupavano

del solletico

dylan si preoccupava

del piede di porco per l'anima

marilyn si preoccupava

che la guardassimo

anche se

sette sono le note

e migliaia le lune accese e cantate

e milioni le bussole sfasciate e cantate

e miliardi le domande ingorde di carne e cantate

e uno l'amore piovuto e cantato

in modi e modi



il cammino sulla palla

che ruzzola

spacca meno le gambe

sapendo che

le canzoni migliori

devono ancora

essere

tutte

cantate







multiproprietà



a francoforte

mentre il tassista turco

rospa l'ennesima

della giornata

e sette cani randagi

fanno cori tedeschi

il sole è uno



anche a san paolo

dove favole e lotterie

vengono ancora

perdonate

e delusioni

asportate col bisturi

il sole è uno



e a dublino

mentre i musicisti

presentano modelli

per le tasse

magri nella legge

il sole è sempre uno



e a Salisburgo

e a memphis

dove un fantasma

è più grosso degli altri

tanto per giustificare

le code ai cancelli

il sole è ancora uno



anche a nairobi

mentre il notaio

della storia

cerca l'applauso

ed evita passaggi

che dice non aiutano a capire

il sole resta uno



e poi a nuova delhi

un uomo salta

tra le religioni

stana passaggi comuni

restituisce tutto

e dice che

là sopra

il sole è uno



nonostante

le

vostre

dogane







brunch



adesso è lì

la mano sul tavolo

la forchetta piantata

nel dorso

a dividere meglio

l'indice dal medio



a tutte quelle facce

che non stanno più insieme

sta dicendo

non volevo rovinarvi il brunch

dov'eravamo rimasti?



alla cameriera

d'un passo avanti

e un paio indietro

invece

scusa tesoro

pulisco io dopo



perde colore e chissà cosa dagli occhi

mentre pensa

guardandoli ora

che se era per sentirsi più vivo

non ce n'era bisogno

arrivavano comunque secondi



appena prima

che i sensi vadano

si dice con sollievo

che in fondo questo

è lo stesso

enorme sasso

in cui bach

ha detto la sua







prima che il nome apparisse sul display



sono stato

il gatto che hai fatto roteare

per la coda

fino a lanciarlo

e mentre ero in aria

mi hai scagliato la pietra

che per te era tutto

meno che la prima

e con l'indulgenza

delle mani sui fianchi

hai permesso che cadessi

sulle mie zampe



se non ricordo male

sono stato la lucertola

trafitta a terra

dal tuo ago

scodinzolavo corpo e coda

finché ho dovuto scegliere

di lasciare la coda lì

a cavarsela da sola

in qualche modo

sei riuscita a farti

ringraziare da me



per un po' ero la rana

con in bocca il tuo compressore

mi hai gonfiato

fino a rendere inutili

le mie zampe

era impossibile

andare a fondo

ma ancora troppo poco

per galleggiare il cielo

eppure sembravi convinta

di migliorare il mondo

mentre mi dicevi

ecco i tuoi sorsi d'aria



nel mio cibo per cani

hai nascosto un petardo

con la miccia lunghissima

e una volta che l'ho ingoiato

lo hai acceso

ti ho chiesto

come andrà a finire

mi hai risposto

è più forte di me



ti ho lasciato un biglietto

c'era scritto

è stato davvero bello

me ne hai lasciato uno

anche tu

e sopra c'era

nessuno

è

più crudele

di te







tiro alla fune



la parte di carne

finita azzannata

s'è già rassegnata

il colpo di tacco già dato

l'obbedisco soffiato

socialmente inserita

nel corpo incontrato

e quella che resta nel piatto

ancora per qualche secondo

si sente resto del mondo







dieta personalizzata



assimilo l'aria scampata ai secoli

con la sua quota più leggera

vento spedito nel tempo di semina

pezzo levato dalla scacchiera

nessun polmone fa magazzino

è regola minima del becchino

che prima o poi penserà per sé



assimilo il nervo scampato alle trappole

ora premiato di distensione

guardia eccessiva di passo di sagome

postura rigida del bastione

tutto il difendere non l'ha invecchiato

nemmeno gli schizzi del tarantolato

che deve fare da sé e per tre



assimilo l'acqua scampata alle nuvole

trabocco d'ipotesi come cammello

sgocciolo gratis dagli occhi dei gomiti

tracimo placido dal mio lavello

dovesse succedere che anneghi dentro

come la boa difettosa nel centro

sarei imputato soltanto mio



assimilo il trucco scampato al comico

come bastone da ultrapasseggio

scruto la logica essenza d'elastico

trucco diaframma controllo solfeggio

trucco da tossicodiscendente

trucco da specchio irriflettente

trucco da inabile a dire addio







Quattro





mio figlio che ce la fa



mio figlio sembra farcela

va giù di scarpetta

avido

sfoggio di sugo sparso

maniche zuppe

gomiti slittini

e il tovagliolo arreso su se stesso

tanto lo sa

che la vita

macchia la pelle



a chi gli dirà

mastica cento volte

esibirà il boccone

a chi gli dirà

assapora

grufolerà ridendo



l'allegria non ha prezzo

solo altri nomi

ogni tanto



nessuno può aprirgli

le mandibole

senza il suo consenso



gli abbiamo cambiato il pannolino noi

lo farà forse qualcun altro prima che se ne vada

durante il guado

potrebbe pure

non perdere un colpo

mio figlio che ce la fa







da questa parte del vetro



guarda la coincidenza

vivo in un posto

di turni di sole

e di luna



è qui

pensa la combinazione

che gli animali fanno figli su figli

e l'ombra degli uccelli è un attimo

sulla versione aggiornata

di te

che va fuori

ogni giorno



è qui che

cambiano le banconote

ma non l'intensità dell'elemosina



le donne

nessun bisogno del faro

traghettano

qualcuno di qua

mentre noi

ce ne stiamo

da questa parte del vetro

a lasciare

che facciano

loro



è qui che

la linea più breve

tra

il punto a

e il punto b

tribola

di precarietà



è qui

tu guarda la coincidenza

che gli idealisti si spompano

vengono compatiti

ma ce la fanno



i belli vincono

ma tutti dicono

per poco



i terapisti chiedono

chi cura chi cura



e sotto

i percussionisti

sudano come bestie

dietro

qualche ritmo

scappato a storie e geografie



le sensitive soffrono le pene

dell'inverno

per quello che non sai

e i contadini strappano latte comunque

due volte al giorno

a mucche che se ne fregano

del nostro capodanno



i romanzieri contano

su qualche ripensamento

di dio



insomma sia chiaro

che è qui

che gli assassini pianificano

i bancari tradiscono le mogli

nella pausa pranzo

e i tossici che hanno deciso di non smettere

s'incontrano senza incontrarsi

alla bassa soglia

se ce n'è una



ed è sempre qui

che ci sono

meraviglia e accanimento

in un pollice opponibile

lì a sbandierare

fin troppo d'orgoglio

la distanza d'anima

dall'animale



l'accoppiamento delle lucciole

viene dopo la luce e il buio

che sanno fare



le rane non ce la fanno

a difendere le uova

dalla fame e dal dispetto

dei gamberi americani

che a loro volta

non ce la fanno a difendersi

dai ristoratori cinesi



è qui che

il capitano

in una stanza

a due passi dal porto

si compra

lo sgombro

dei genitali e del resto



che

le bandiere

sono

tutte

pretesti



gli attori fuori dal teatro

si imbattono in sipari

a cui non erano preparati

i fornai

tra lievito e vita sociale

hanno già scelto



uomini che amano uomini

alzano la scioltezza

e la prontezza delle battute

i macellai tengono le mogli

in terrazzo

ormai abituati alla carne fredda



capace che ci siano ancora

lenzuola imbrattate di sangue

la prima notte di nozze

e becchini con gli occhi rossi

all'ennesima bella ciao

della banda annoiata



è qui

che la vera differenza

è tutta nel modo in cui

ognuno

guarda il cielo

qui

da dentro

questa bizzarra

coincidenza







difesa a zona



sono piantato nel campo

uno schiocco di fucile

ogni tanto

una frusta di campagna

un capriccio del cielo

fanno scappare i passeri

dalle mie braccia tese

e ogni volta

è un piccolo tuffo

al cuore di paglia







la giostra della rotonda



la rossa alla guida

gesticola a nessuno

urla

espressioni azzeccate

scelte grazie al tempo

e al suo giro, da sola

quello che avrebbe dovuto dire

appena un'ora fa



nella macchina dietro

l'assassino di sé

si rivolge all'unico angelo

da lì ammissibile

da qui invisibile

ti ho concesso troppa fiducia

sette secondi

e poi scusa



dall'alto della sua cabina

il camionista

se lo sfrega

alla faccia

di tutti quei rasoterra là sotto

alla faccia

della curva della rotonda

il cb a viva voce fuma



l'utilitaria di turno

è cabina di funivia

percorso obbligato

due sole fermate

capolinea capolinea

ma il bianco in difetto

negli occhi

e la vena in eccesso

sul collo del viaggiatore

fanno pensare

che ogni giorno

gli faccia fatica

tutta questa avventura



e puoi scommettere

che non sia un caso

il gomito fuori dal finestrino

del prossimo

strada e specchio

e strada e specchio

e strada e specchio



con tre soli tiri

quello dietro

si frigge l'intera canna

l'assolo del nuovo metallo

che frigge le casse

fa pensare che il chitarrista

nudo sotto l'impermeabile

abbia già scelto

a chi farlo vedere



la bionda che passa ora

ha pelle così così

e così tanta matita

ai bordi degli occhi

che per forza

ha molta matita negli occhi

cerca di nascondere

il segno della croce

non possiamo essere sicuri

ma sembra dire

fa che sia vero



a quella dopo

hanno da poco mostrato

un puntino che è già

cuore di figlio

non ci lascia capire

se abbia scelto

tra dono o guaio

sembrerebbe dono

ma il pensiero figlio

be' quello

ce lo concede

ed è

eccomi qua

sto girando in due



nella giostra della rotonda

alcuni non prendono mai l'uscita

si lasciano girare la testa

potremmo andare avanti un bel po'

ma non vorremmo

distrarvi troppo

dalla guida

né noi dalla nostra







il fiume dalla cannuccia



ricordo le secche

entrate senza preavviso

piedi così teneri

tèndini così nuovi

tiravo la barca

la cima da spalla alla prora

la puzza di fiume in vacanza

è puzza di utero morto

il legno del sole corretto

è legno che sceglie la botta

la barca lasciata alla sabbia

è barca che scuote il timone

come si scuote la testa



sei tu quella che succhiava

il fiume dalla cannuccia



la barca non l'ho lasciata

conosco la storia di giuda

e un po' di storia mia

e un po' di legenda d'atlante

tu non mi hai chiesto come

certo che hai fatto bene

perché anche la tua faccia

si mette di meridiana

e gli anni piazzati di costa

ti fiaccano la paura

vorrei che capissi che ora

non c'entrano le vendette

c'entrano le mie schiume

c'entrano le tue nuove secche







lama di quindici



di quanto tempo si dispone

per riconoscere un amore

che sa di eventuale?

così

giusto per sapere

se sia meglio l'amore

o i tentativi prima



questo

proprio questo

pensava la ragazza francese

nata comunque

nella nebbia nostra

e da quella nebbia piegata

un po' prima

delle scadenze dovute



la linea della fortuna

nella mano

scavata

con una lama di quindici



viveva dormiva cucinava

in una casa un letto

e con un fornello

non suoi

riempiva e poi lavava bicchieri

non suoi

in un locale

non suo

stava sotto e a volte sopra

qualche corpo

non suo

e non pretendeva attenzioni

che non potessero essere

loro

aveva addosso un maglione largo

non suo

semplicemente rimasto lì

mentre guardava

dalla finestra

il traffico sotto

indovinando quasi sempre

la prossima macchina



chissà se qualcuna di quelle bugie

non fosse finalmente sua

mentre c'era bisogno di ritinteggiare

lo spazio tra il calendario e la porta

nella vita probabilmente sua







io pollo e due cani



il cane poteva

essere cagna

non ero attento

stava trafficando

ai piedi di una panchina

non ero attento

arrivò il cane più grosso

ad annusare dietro

diventai attento



poi quello gli si fece sopra

dissi anche a pollo

di farsi attento

io pollo e il cane grosso

eravamo tutti attenti

tutti tranne il cane sotto

intento a vivere dal naso

finché quello sopra

gli affondò i denti nel collo

e lo alzò da terra

e con la testa al cielo

cominciò a sbandierarlo



il piccolo guaiva per niente

il grande sopraffaceva da grande

pollo diceva ohpperò

io provai con un urlo

il cane allentò la testa

ma non la stretta dei denti

esibiti a ricordarmi

di farmi i miei

pollo gli andò incontro

sventando un bastone

il cane grosso arretrò

solo di poco



con l'altro in bocca

già muto

ci guardò

sbandierò ancora

la sua preda

poi se ne scappò

a finirla

in posti più

rispettosi



pollo li guardò allontanarsi

poi disse a domani



i giardini non si erano allargati

sulle panchine niente più guano del solito

la temperatura abbassata di un niente

la strada per casa sempre novecento passi

solo

non avrei permesso

a nessuno

di vedere i miei denti da latte

dondolare

così tanto







pic nic fuori tempo



poteva andare peggio

in fondo abbiamo

sette volte gli anni del cane

possiamo sgominare l'incertezza

dei bracci delle bilance

stanando segreti

da dentro le donne

possiamo dare

un'occhiata alla vita

oppure addormentarci

a riposare occhi

che non ce la fanno



ma voi

non ci provate

furbacchioni

è troppo facile

suggerire la morte



abbiamo possibilità decorative

per la nostra

fame e sete

e riproduzione

e sopravvivenza

mettiamo sostegni

alla vigna

in attesa di mettere

i nostri

la ricerca del senso

è un'esecuzione

solo per sentenze

autoinflitte

però

non ci convincete

vecchie lenze

è troppo a portata di mano

suggerire la morte



facciamo pic nic

fuori tempo

solo perché

il resto è nel tempo

abbiamo esperienza

di trappole

che per esperienza

mettiamo

e con esperienza

dimentichiamo

per l'esperienza

di finirci dentro

ci ostiniamo

a dire che il nemico

è dappertutto

e certo che è così

visto che

non

è

fuori



e comunque

non è che qui

le pillole si abbinano allo zucchero



per cui non insistete

animelle sante

non ci vuole poi

tutto questo talento

per il dolore







il ragno ha preso casa



non è che

ci si lascia

solo quando piove

accetta questo sole

lascialo fare



ora che

è di troppo

il bisogno di sapere

i posti in cui decide

di perdersi l'amore



la conta

delle colpe

non somma la ragione

inutile provare

a dire chi è più uguale



la conta

di ogni furto

non porta la galera

la riga non è chiara

chi dava chi prendeva



la conta

degli impegni

più e meno mantenuti

l'amore non è solo

che bravi siamo stati



la conta

delle ore

messe sopra il piatto

e la bilancia piega

chi prezzerà il baratto?



la conta

delle tele

che nessuno ha tolto

il ragno ha preso casa

e non è più morto



non è che

si disegna

la linea dell'amore

tracciamo questo errore

ora possiamo andare







titolo familiare



all'angolo sinistro signori

il campione generatore

ha baciato il tappeto

volte e volte

messe a tacere

il suo record personale

induce sorrisi di spalle



all'angolo destro signori

lo sfidante generato

dovrà baciare il tappeto

anche lui

da muto

forza?

per forza

palestra?

insomma



in palio

il titolo

di campione

della donna

tradita

e da tradire



l'incontro

casuale o no

durerà fino

alla capitolazione

del primo

a dire

ti voglio bene







terraferma



è l'ennesimo giro del faro

il lavoro d'esser leggero





Cinque





ce lo vedi mick jagger morire a ventisette anni?



hemingway e cobain

le hanno sparato contro

da vicino

canne lunghe

calibro grosso

un colpo solo

sicuri di essere sicuri



anche vincent

le ha sparato contro

da vicino

ma il suo polso

ci doveva pensare

l'ha mancata

di poco

per poco



socrate

l'ha avvelenata

mentre forse

era distratta

o mentre il suo assaggiatore

non era in zona



morrison e hendrix

hanno provato

a mollarle il guinzaglio

sapevano

che avrebbe potuto perdersi

avrebbe potuto assottigliarsi

mentre si allargava a macchia

avrebbe potuto

cadere sfinita



marilyn o chi per lei

la voleva mettere

a dormire

ormai incurante

della qualità

dei sogni



dylan thomas

voleva

brindare

e brindare

e brindare

con lei

alla di lei

salute



elvis

le ha infilato

in bocca un imbuto

e poi

nell'imbuto

tutto



mishima

pensava giusto

affettarla

nessuna ombra

sulla lama

nessuna impronta

peccato solo

il disordine

del sangue



james dean

la voleva superare

era già

da un po'

che teneva

la freccia

fuori



jeff buckley

intendeva restituirla

all'acqua

del fiume

che la portasse

al mare

che la esponesse

al sole

che la rendesse

nuvola

ma leggera



qualche altro miliardo

di umani

le ha garantito

vitto e alloggio



a nessuno di questi

puoi dire

che la sua disperazione

è di serie b

solo

perché

meno

famosa







educazione fisica



l'insegnante d'educazione fisica

insegnava a tempo pieno



la mattina raddrizzava gobbe

al mondo



voce grassa

di eco di palestra



spuma morbida

di spogliatoio

femminile



sigarette

fatte mettere via



giustificazioni ormonali



i corpi negati

i corpi approvati

scrutati

lavorati



ora

nel mattino

del pomeriggio

teneva dentro

la prima volta

del secondo cliente



la cimice assurda

ronzava

senza un progetto

volava

se la schiacciavi

puzzava



la sveglia

spingeva



un comodino con su due biglietti da cinquanta

una sedia con sopra due vestiti

un letto con sopra due



la donna

non diceva

unoduetrequattro

ma altro

che suonava

e significava

uguale



ci si lavava

fuori



il ragazzo

andava prima

al racconto

agli amici

poi al passaggio a livello



quello dopo

aspettava in salotto

come si aspetta dal dottore



l'insegnante di educazione fisica

di là

non faceva che aspettare

insegnare e aspettare

e insegnare

e



l'appartamento

era al piano cinque

del condominio del cipresso



il quartiere era campomarte

la città era dondola



il pianeta

più

o

meno

questo







lezione di ballo numero quattro



tenere i passi

a gruppi di otto



aprire aprire aprire



sciogliere medicine

fuori e dentro



arrotondare sempre per eccesso

deviare il corso del fosso



tacco punta tacco punta

pianta



festeggiare salute

ringraziare

fingere solo

d'improvvisare



evitare

complicazioni

interne



accudire giardino

accudire gengive

accudire terzo occhio

abito di scena

animali domestici

e da cortile



prendere poco

alla lettera

tutti i salti mortali



alleggerire carico



munirsi di effetti

quantomeno speciali



imboccare finestra

agli insetti

in camera da letto



capitalizzare vertebre



chiedere licenze

fino a quando

non si possa

firmare licenze



ammettere similitudini



nascondere lo sforzo

sudare dentro



fare riscaldamento

e fare riscaldamento

e poi fare riscaldamento

e non stancarsi di fare riscaldamento

ma prima o poi ballare



accettare conseguenze

di qualsiasi distrazione



condividere

il comune

concetto

di superfluo



puntare alla prima fila

prendere posto là dietro



sporcare poco

quando si muore







l'anno tagliato a metà



era una mattina di giugno

con un sole di giugno

quindi di giugno erano le ombre

non calpestabili

per rispetto



c'era del giugno anche

sui diari girati

e attorno alle madri

partite per il mare

che a giugno

fa così bene ai bambini

e a loro

che conoscono i bagnini



era così giugno

che lo vedevi l'anno

nel pieno della sua metà



le ragazzine

su tacchi ballerini

a sfoggiare

di sfilata trionfante

gli sforzi di marzo e aprile e maggio

e qualche maschietto

a camuffare

il segreto cosmetico

e quello del girovita



era giugno anche

nei gomiti fuori di chi guidava

nella decisione del cielo

nelle lucciole che la sera

al contrario dei fari

con semplici colpi di luce

chiamavano l'amore



nell'abbassamento

della qualità delle melodie

per l'aumento di medie allegrie

nella promessa

di un numero di ore di luce

finalmente adeguato



e in tutto questo giugno

stava pensando

che il problema

non era solo trovarla

ma anche non farsi schiacciare

da cento miliardi di galassie

mentre un suo vicino

salutando qualcuno

perso solo due anni prima

aveva il coraggio di dire

ridendo

che il mondo

era piccolo







i vestiti sulla sedia



non seppe resistere

quando lei disse

sono separata da otto mesi

gli toccò dirle

sei sempre stata separata

aprirono le scommesse

sulla durata del loro

andarsi bene

in genere gli ottimisti

non vincono spesso

vincono tanto







valutazioni dell'usato



con la sua bmw

di seconda mano

arrivò a un bar

di seconda mano

dove avventori

di seconda mano

facevano battute

di seconda mano

e ordinazioni

non da meno

né da di più



sul tavolino

di seconda mano

c'era il bicchiere

chissà da chi

usato prima

e quindi

di seconda mano

e sul fondo di quello

un dito orizzontale

di liquore

di seconda



i quotidiani letti

non sono più

di prima

la barista

porgeva un prego

di seconda mano

e a dirla tutta

anche l'orologio a muro

segnava tempo

di seconda mano

nonostante

pensava lui

non ci fosse mai stato prima

un tredicesimo minuto

della ventitreesima ora

del quattordicesimo giorno

del quarto mese

del duemilaquattresimo anno

dc



sulla specchiera

dietro le bottiglie

notava una vita

di seconda mano



quando fu l'ora di pagare

gli venne da pensare

che può essere sempre

l'ora di pagare







pernacchie alla terra



non dire che non hai visto

il letto di ragnatela

ti han detto che per una mela

mangiata al terzo insisto



hai preso il verme immondo

in mondo l'hai iniettato

il mondo all'istante bacato

passava di colpo secondo



che fossero buoni i bocconi

almeno l'abbiamo pensato

il giorno che hanno inventato

il giorno delle tentazioni



tentare hanno detto non nuoce

l'ha scritto un signore ottimista

che forse la mela l'ha vista

che forse nel forno la cuoce



la mela la mangi e poi passa

non resta il sapere promesso

e quanto al sapore permesso

la bocca poteva esser grassa



non dire che non hai notato

l'amaca di ragnatela

chi era che alzava la vela

col diario di bordo aggiornato



chi era che voleva il vuoto

facendo pernacchie alla terra

facendosi sempre la guerra

per dare del lei all'ignoto



e poi andava a punto di sponda

lasciando a bocciare i peggiori

calmandosi nuovi dolori

sputando la schiuma dell'onda



dicendo l'abisso è fatica

se vuoi te ne mostro una parte

tenendo coperte le carte

la storia è sia nuova che antica



chi ritinteggia i bersagli

spostandoli senza volere

spostandoli senza piacere

stuccando la prova che sbagli



non dire che non ti sei accorto

dell'angolo di ragnatela

che il ragno comunque non c'era

che vivere ti tiene assorto



le gocce dal tuo lavandino

la presa per la corrente

non prende quasi più niente

l'aceto una volta era vino



la macchia si allarga sul muro

il peso condanna la pigna

la terra che sputa la vigna

lo spigolo è sempre più duro



verso chi punti il fucile

che adesso non c'è la sicura

mostrandoci la tua paura

e i colpi al cerchio e al barile



dicendo che non hai più scampo

in mezzo alla tua ragnatela

che tu sia più ragno o più preda

sei quello che ha le otto zampe







meno male che non siamo gatti



papille che sfregano

meno male che non siamo gatti

con la punta della lingua

senti la parte dolce

ai lati il salato

in mezzo l'acido



come a escludere il mondo

in realtà restituendo qualcosa

con tutti quelli che rigirano la testa

non vogliono vedere

non vogliono ripensarci

ora che la pietra l'hanno posata

proprio sopra

umanamente sbagliando

la propria valutazione

tutte le pietre si possono spostare



strette di mano

guarda chi si vede

cercavo proprio te

nascosta sotto quelle costole



la femmina si sporge

definita

niente discussioni

dalle porte

degli occhi

che dimentichi aperte



chiariscimi le idee

che si vede

che sono scure



eccoti il mio specchio

eccomi il tuo

viene da pregare

chi ci ha dato tutte queste differenze

così uguali







è dall'inizio che te lo dicono



cammina dritto

l'ombelico è orfano

da prima che ricordi

la presa del cielo è scelta tua

non c'è attico che abbassi

non c'è pavè che alzi

puoi non essere da meno



cosa c'è di male

a camminare rasente ai muri

c'è di peggio

per esempio ci sono i muri



cammina dritto

padre e madre c'entrano

c'entrano gli strattoni

che ha sempre preso

il tuo nome

c'entra la schiuma dell'onda

su cui il tuo nome

era da imprimere

con quelle parentesi

marchiate a fuoco



ma tu cammina dritto

una schiena la devi comunque porgere

alle minacce della strada fatta

e a tutti gli assalti comodi

certo puoi camminare girato

e sbattere contro

i tavolini lasciati a marcire

sulla via a venire

oppure fermarti

e fissare le due parti

non evitando niente

aspettando solo

il migliore dei mali



fai una cosa

cammina dritto

prima il tallone

poi il resto

che ogni passo sia passo

esibisci l'incollatura

del due per cento

che diamo

allo scimpanzè

lascia l'impronta naturale

calpesta la buccia

calpesta le foglie

non puoi fare niente per loro

puoi camminare dritto

i ********* che ciondolavano

o gli ovuli che chiamano

l'aria è di tutti

l'acqua vedremo



dài

cammina dritto

lascia alle gambe

il proprio scopo

che sarebbe poi quello

di dartene uno







il pennarello indelebile nel taschino



ci sono diverse

questioni irrisolte

rispetto alle scritte

nei cessi







a re



il pedone una casella sola

copertura

copertura

copertura



l'alfiere taglia

verso il suo sacrificio

si ferma

dove c'è scritto

io sono la mia legge



il cavallo si muove

solo con le mie iniziali

salta gli altri

l'avena che serve

né più né meno

il maniscalco è di fiducia



la torre tende

alla propria natura

se ne esce dall'angolo

solo se necessario

ma l'arrocco è sempre lì

manutenzione delle stanze

pattugliamento tra i merli

strategie d'avvistamento



la regina

ha studiato portamento

lo strascico pulisce certe caselle

mangia con grazia

e guai a chi dubita

che certe femmine d'insetto

possano insegnare

le migliori maestre

le migliori ostetriche

le migliori estetiste

le migliori sensitive

non ha scuse

non le servono



del re

proprio non ne parliamo



sicuro che la morte vince

ma

qui

la pagnotta

se

la

dovrà

sudare







Sei





oggi domani ancora



ogni giorno è buono

per il lancio

della prima pietra



per mettere le candeline

sull'antidolorifico

tagliarlo in otto fette

accendere le candeline

spegnere le candeline

cantare tanti auguri a me



per farsi passare

la leva comica

con cui sollevare il mondo

nel suo dopolavoro



ogni giorno è buono

per andare avanti

a scegliere

di camminare eretti



e passare

la striglia

dentro



e mordere la mano

ficcanaso

del dentista



per cercare la scossa

restando al di qua

della fase letale



ogni giorno è buono

per f

che ha un soffio al cuore

allineato

agli spifferi

della galassia



buono

per non trattenere

la musica messa via

da certe orecchie

per non trattenere

certa anima

da certi occhi

per non trattenere

il seme

da certi sogni



ogni giorno è buono

per accettare i sali

dell'allenatore

rimasto in pena

per tutta l'ultima ripresa



ogni giorno è buono

a essere buoni

con lui







medaglia al valore



sacchetti di sabbia

in cucina

non ce la siamo sentita

di essere moderni

i tuoi attacchi

non sono chirurgici

per le mie vittime

nemmeno un contributo

al funerale

e io che ti avevo chiesto

di stirarmi la bandiera bianca







seduti sulle barche rovesciate



agli angoli minimi dell'impero

passano senza passare

elemosine d'approvazione

sussurri all'orecchio di rassegnazione

progetti di docce interne

cimiteri affollati sotto e sopra

ipotesi di angeli senza copertura di rete

corteo di carri in ritardo di carnevale

paresi a bocche arcuate pancia in giti

separazioni di mari

rossi neri e ocra



agli angoli minimi dell'impero

ai bordi del lago salato

c'è ancora la coltura di lacrime

piante dentro

buone per innaffiare

piante

che si sperano

il dosaggio per il cocktail

sembra casuale

il mal di denti no

la magistratura impone

totale riserbo

sulle indagini

corpi diplomatici

mescolati a corpi

che non lo sono



agli angoli minimi dell'impero

ai lati delle corsie

creature di nascita corta

dal futuro corto

fanno battute sul loro pettinarsi

il cranio calvo

al benefattore dei cinque minuti

omar il vecchio

aspetta la fine del mercato

non è mai successo

che gli mettessero in mano

la stessa verdura

che avrebbero comunque buttato



agli angoli minimi dell'impero

la prognosi è riservata

arrivano solo foto

di cosmesi al futuro

il cavallo che dà retta al fantino

conosce l'avena migliore

il fantino che sa perdere

conosce le auto migliori

gli spettacoli pirotecnici

sono tutti su prenotazione

piromani progettano

il percorso a tappe

fino alla propria accensione

alcuni irriducibili

non interferiscono

con l'orbita del pianeta



agli angoli minimi dell'impero

in sospensione di pena

ma non

in sospensione di giudizio

seduti sulle barche

rovesciate

ci sono

tutti questi

colpevoli

di mancata innocenza

dal via







disegni sui finestrini appannati



era seduto

sul bordo

delle nuove

colonne d'ercole



guardava giù



faceva pensieri

sull'incapacità

dell'amore

di starsene fermo

almeno nella gente



guardava in basso



contava i giorni

alla vacanza della fortuna



guardava sotto



era un po'

che nessuno gli diceva

alla prossima



pensava

non ho niente da perdere

a parte

seimilaventiquattro copule

sei campionati da vincere

figli perché no

ottocentodiciotto abboccamenti di pesce

millequattrocentoquattordici attraversamenti di soglie

senza passare le scarpe

sullo zerbino

interni umani

centinaia di accensioni

di camini

altre immersioni

accartocciamenti umani

altri scivolamenti guidati

un numero a sorpresa

di sorprese

valige con il prezzo attaccato

resistenze umane

giostre sicure

l'alcol sciacquato sulla carie

e poi ingoiato

esterni umani

tutto lo stupefacente catalogo della natura

tutti gli incredibili scherzi della natura

che non scherza mai

qualche decina di migliaia

di ulteriori attentati

al cuore

e disegni sui finestrini appannati







avevamo diritto a tutto



era alle venti e quarantasei

di un certo venerdì

oppure alle tredici e undici

di un lunedì o di un sabato

comunque era per pranzo

o per cena

mi sembra per cena



era lì che abbiamo deposto le armi

e alzato le braccia

senza un solo respiro di vergogna

aprendo le finestre

per lasciare l'aria al suo lavoro



una mosca si è seduta

sul tuo gomito sinistro

l'abbiamo lasciata lì

ci siamo fidati dei cunicoli

dietro l'iride

era buio

o faceva ancora luce

tutt'e due mi sembra



avevi una maglietta amaranto

o forse pervinca

mi sembra amaranto

so che ti stava bene

avevi i tuoi capelli

e i tuoi occhi

so che ti stavano bene



le sedie stavano cedendo

al nostro peso

non un etto di grasso in più

ti lasciavo rovistare tra i miei odori

a un paio di metri da me



avevamo diritto alle sedie

al posto

ai nostri nomi

avevamo diritto a tutto



una lucertola o un pettirosso

stava guizzando ai tuoi piedi

o saltellando sul tavolino di fianco

mi sembra una lucertola

era lì

mentre il sole era a picco

o la luna stava salendo

mi sembra la luna

era lì dicevo

che si è capito

che un incidente di anime

non è mai

incidentale



era per cena







parti danneggiate dentro



i salotti scoppiano d'ombra

stanno facendo turni in tintoria

finestre in placida crisi d'asma

feritoie appena sotto i merli

e di frigo aperti

cortili annusati da bastardi ora tranquilli

al tavolino due del pub risiko

qualcuno fissa da quattro ore

un monitor con l'audio a zero

per incrociare la gentilezza

della cameriera appena può

lo schermo gli adagia

un po' di luce ballerina

sulle spalle

lì dove porta il mondo

sia chiaro che non è

la notte a barcollare



esalazioni concordate sottobanco

rapaci su cavi capaci

di luce

stanno facendo turni

alla fabbrica di poliestere

lampeggianti monotòno monotoni

granelli di sabbia posati

su letti d'ostrica

rospi fuori misura

non ce l'hanno fatta

ad attraversare la strada

urla di neo madri accompagnano

la nascita delle rivoluzioni

quando rivoluzione

è una delle parole più evitate

nel duemilaesei

stanno facendo turni

al pronto soccorso

il tipo del turno

al casello di carpi

tiene in vita

la sua stanchezza

sia chiaro che non è

la luna a traballare



tentativi cosmetici

di salto del calendario

giacciono su facce fredde

pusher d'alto bordo

garantiscono consegne a domicilio

stanno facendo turni

in viale montegrappa

fuochi fatui

macchine ferme

piene due a due

disperati last minute

sbagliano mosse facili

cinema estivi sbaraccati

parti danneggiate

dentro

pallidi palliativi telematici

il tizio da lì

sui tetti

pensa di pregare

più vicino

sia chiaro che non sono

i confini della città

l'orlo dei precipizi

e nel frattempo

in via pio la torre

c'è una che fa troppo a meno di te

con troppa facilità

e sotto sotto

ti viene da pensare

che quella ragazza

abbia buon gusto







vita di prua



scusami marzio

se ti sono antipatico

ma i tuoi ottant'anni

non sono colpa mia



mi parli di notti

che sanno di favole

fai tutte le gare

senza allegria



fai tutte le gare

partendo alla pari

nessuna promessa

a nessuna giuria



fai tutte le gare

con qualsiasi tempo

da secolo a secolo

senza aritmia



se ti offro un vantaggio

respiri profondo

m'infami con qualche

mia patologia



poi metti le scarpe

poi metti te stesso

un bel po' dietro

la riga del via



hai già ordinato

il tuo epitaffio

prese comunque

la vita di prua



inutile dirmi

che io sarò *****

non so se ci arrivo

all'età tua



ripeti a disgusto

è proprio incredibile

che non ci sia

uomo di boa



scusami marzio

se ti sono antipatico

mentre non scarichi

la tua batteria







ohhohh



bella l'idea

dei telefoni

che vibrano

come se

ogni volta

potesse valerne

la pena







provvisorio



le ultime parole famose

furono

per sempre



quelle che vennero dopo

furono meno famose

e soprattutto

meno ultime



ci fu da accettare

l'insidia

del ferro da stiro



la stanchezza

della sera

aveva sempre

lavorato contro

con passo

paziente e instancabile



gli scricchiolii della carne

al sicuro nel loro mistero

con mistero li toglievano

dal loro essere al sicuro



i bracci della bilancia

ballavano

facendoli lavorare

prima con gusto

poi con determinazione

quindi con fatica

e infine di fiele



la verità è che il lavoro

all'amore non basta

dissero

sperando di aver pronunciato

nuove

ultime parole famose







traslochi



quando mi sposto

lo faccio

con tutti i crocefissi

i chiodi che passano

mani e piedi

non miei

straccetti di pudore

corone porcospine

afflizioni che dicono

necessarie



quando mi sposto

è come un trasloco

una bilancia per il bene

e una per il male

la colpa di darsi colpa

e tutte le colpe suggerite

e tutte le guance non porte

abbastanza



quando mi sposto

ho bisogno di posto

tutto quello che non ho fatto

figlierà eccome

viste le richieste

la grata del mio confessionale

ha trame strette

tanto lo so

chi c'è di là

se dò un'occhiata

tre piani sotto



non ci sono più

i ragazzini a calciare

la testa della bambola

se dò un'occhiata dietro

ci sono ancora

le stanze in cui l'anima

veniva intubata

se appoggio l'orecchio

al **** del bicchiere

e quindi al vento

origlio

e mi lascio origliare



quando mi sposto

mi sposto

perché lasciarle lì

tutte quelle illusioni

a volte la mia macchina

è parcheggiata

col muso a sud

altre a est

non basta per pensare

che stia facendo

tutti i tentativi



vengo via solo

di peso lordo



per forza

uno

non

vola







un bell'applauso



e ora

signore e signori

accogliamo

con un bell'applauso

questo

adagio

di luce

collosa

luce scura

luce disciplinata

a lasciare il passo

e a non cederlo

fino al momento

quasi giusto

un bell'applauso

a questo lusso

di colore

al conio

e al coniatore

a questo dito

nell'occhio

e nella piaga

un bell'applauso

a questa geometria

naturale

a questa velocità

di esecuzione

e ora

siete pregati

di non lamentarvi

con le solite frasi

per cui ogni tramonto

è uno spettacolo triste

mentre guadagnate

l'uscita

che vi siete guadagnati

verso il buio







Sette





corsi di nuoto



è così facile il mare

per noi che siamo a riva

e ci è dato respirare

e ammettere gli orizzonti

e il limite dei piedi

e ci è dato apprestarci

a tutte le restituzioni del cuore



al nostro meglio

lo teniamo sotto

apparecchiando reti e nasse

e scandagli sempre aggiornati



parliamo di benevolenza

quando tutta la terra si è nascosta

e la sua combinazione

con le correnti

ci sembra una conquista

accettabile



certo che

indossiamo le bombole

ma solo perché servono

anche quelli

che si illudono

di toccare con mano



è così facile il mare

nelle rime

a rivendicare affinità

e punti di vista

che non hanno mai

il fegato di affondare



volevamo essere pronti

abbiamo parlato con i pescatori

loro che il mare se lo sono

sempre mangiato

certi segreti

non hanno cambiato le cose



volevamo essere pronti

abbiamo parlato con i marinai

loro che ogni volta

se lo devono togliere di mezzo



mi sa che ci hanno rivelato

solo

quelli di serie b







lascia che ti spacchi gli occhiali



e che me ne vada

mentre ti costringi

ai tentoni

e rispetti gli spigoli

e consideri i lividi

e tutto è corsia d'emergenza

e la punta dei piedi

avventura



per chi non tasta

o non tasta meglio

sarà sempre

e comunque

trifoglio



lascia che ti spacchi

gli occhiali

che con il tacco

ti sbricioli

la lente

con lenta

misurata

crudeltà generosa

e non avere fretta

a ringraziarmi

lo farai

piano piano

non appena

riuscirai

a vedermi







l'amore con te che sanguini



l'amore con te che sanguini

la gomma che non cancella

il puntaspilli pieno



l'amore con te che sanguini

condizione di sordo

amore a peso lordo



nega al calendario

la risata dei suoi giochetti

questo sberleffo

a pegno di donna



l'amore con te che sanguini

nuvole messe sotto carica

col traffico rivolto

a darsi animo

o anima

non è chiaro

granché



i tuoi argini possono

quel che possono

l'acqua di novembre

inzuppa i cuori

ancora capaci

del lusso

di non essere

impermeabili



è assedio al cuore

e non c'è cuore

che non venga

preso per fame



per forza quando è ora

sbraniamo







a quanto pare mia madre non dovrebbe avermi abortito



vinco le parole al fiato

lacero le fibre necessarie

sanguino il sanguinabile

giro il cannocchiale

verso di me

non compro nessuna

macchina usata

da quel tizio

la macchina usata

ce l'ho già

infilo il mare

ne vengo sputato

cedo la ragione al vento

dò forma alla strada

con l'ombra del machete

dò forma alla mia ombra

col gesso

conosco il muschio

senza fargli conoscere me

conosco il bordo del mondo

per sentito dire

non mi lascio

minacciare nel futuro

inalo il monte rosa

scalcio

giro le trottole

conservo la soglia del dolore

mi presento gli occhi

che per poco

non ho usato

mi concedo

mi assumo

mi spingo

mi apposto

mi bracco

mi invito alla festa

dirigo l'attenzione

con bacchette in ciliegio

riconosco il piacere

rilascio le spalle

non trattengo urla

non trattengo nascite

non dubito delle stelle

non dubito del fatto

che mia madre

non mi abbia abortito

non ho intenzione

di sentirmi

abusivo







tutto compreso aftershow



eccolo l'aftershow

che ti avevo promesso

sono venuti tutti



astri per esempio

arrivati di sibilo

ma sono venuti tutti

eccoli alcuni di sfoggio

altri di buio

ma è sempre stato così

alle feste



per esempio onde

se non le vedi da questo parcheggio

o non ne senti l'odore schiaffato

pretendi le mie scuse

ma loro ci sono



gobbe minerali

tutte qua

non senti l'ossigeno

che non c'è?

è ancora colpa mia



non manca una sola belva

non manca una sola

risma di serpente

non senti paura?

perché non ringraziare

allora?

non manca un chicco di sabbia



eppure non hai sete

volevi i miraggi?

sento se hanno tempo

ma vedrai che

si faranno vivi



eccolo l'aftershow

che meriti

tutte foreste finite in selve

finite in boschi finiti in giungle

finite in radure finite in steppe

finite in serre

non senti l'intervento

di tutti i fiori?

fammi provare a rimediare

perché ci sono

come ci sono

tutti fossi passati a canali

passati a torrenti passati a fiumi

passati a pelaghi

la rumba di anfibi e roditori

volatili palmipedi

plantigradi aracnidi cetacei primati

mammiferi parassiti acari

ermafroditi



e poi ci sono

tutti i nostri colleghi

presunti locatori d'anima

senti solo silenzio?

sapessi

quanto

mi

dispiace

per

te







il cerino nel buio



e che il silenzio

dentro le ossa

non inganni

sulla inesorabile

attività







niente scorte a magazzino



da questa parte

di questo sistema solare

scoppiano fuochi

non artificiali

sotto le ombre allungate

di imitazioni malriuscite

di king kong

e in zona

qualche pittore gira

armato fino ai denti

di pistole ad acqua

vicino alle braccia girelle

di vigili che a modo loro

dirigono il traffico

non loro



da questa parte

di questo sistema solare

c'è sempre un rolex

sul comodino

di chi tira sul prezzo

della quota d'iscrizione

al club dei

vivi

per

rappresentanza



camminano sempre

sulle punte

per fregare sull'altezza



ci sono

n volontari

per chirurgia sperimentale

n candele accese

per n diversi motivi

n manuali d'istruzioni



da questa parte

di questo sistema solare

le foglie se ne stanno

a galleggiare sulle piscine

e quelli del bar corteo

hanno il coraggio

di chiudere il venerdì sera



ci sono

troppa confidenza con i solchi

troppi progetti d'incoscienza

troppi ritorni di fiamma

per potersi permettere di dire

è inutile



da questa parte

di questo sistema solare

non è che l'amore

puoi metterlo via

per i tempi duri







non te la caverai con poco



non te la caverai

senza farti vedere gli occhi

da uno bravo

non te la caverai

con dedizione quanto basta

risate quanto basta

sorprese quanto basta

respiri appena appena

non te la caverai

senza passare in farmacia

oppure lasciando a casa

gli abbracci

e il contagocce del piacere



non te la caverai al risparmio

né in fretta

senza gonfiare il canotto

né i palloncini necessari

senza fare scoppiare le bolle

senza alzare il **** dalla poltrona

di fronte allo spettacolo

l'aria succhiata

a misurare

l'autoguarigione

che non succede

le cellule lerce

che si mangiano

la radice

la radice

che si fa comprare

con poco



non te la caverai da fermo

né col navigatore

col vestito da sera

tutto il giorno

tutto il giorno

a sentire che qualcun altro

fa le domande per te



non te la caverai senza favole

o con i baci rifiutati

i letti separati

smettendo di arrossire

senza avere fatto vedere i tuoi posti

senza avere fatto vedere







andrà come andrà



mi dia quattro chili

di gengive di primate

se sono di oggi

le voglio incartate

le metto sul tavolo

ad asciugare

sculture che sanno

il lavoro da fare



ci sono suicidi

da mezzo minuto

e altri che sono

bengala d'aiuto

conosco qualcuno

suicida da anni

deciso nel tempo

deciso nei panni



conosco qualcuno

che è già seppellito

continua a morire

non ha ancora finito

modello di molti

nebbianti qua attorno

morenti a passeggio

giorno per giorno



e se una risata

ci seppellirà

non so chi l'ha detto

ma andrà come andrà

e andrà forse meglio

di quanto previsto

gengive spogliate

oscene di gusto



che a ogni risata

scappata all'imbuto

la morte la metti

per forza seduta

ad aspettarti

un momento migliore

i comici dicono

chi ride e chi muore







quello con gli occhiali azzurri



siamo di qua dalle bombe

sei sempre di là dalle bombe

finché la bomba

non ce l'hai in casa

fino ad allora

siamo di qua

a piangere di sponda

l'assoluzione fatta in casa

la mano destra tenuta alta



e pensare che

quando piove

piove su tutto il mondo

che riesci a vedere



e pensare che

qualcuno

ha potuto

abbinare alle mine

il verbo brillare



là in alto

nessuno migra a sud

perché

là in alto

non c'è nessun sud

ce l'abbiamo solo qui

dove si cammina

e si fanno differenze

mentre

i pinguini scivolano

fino in piazza duomo

campeggiatori festeggiano

appena fuori

dalla camera a gas

i pesci tropicali

sono già di qua

loro si che si mischiano

senza dover sapere

l'inglese o lo spagnolo

c'è sempre

la luce di qualche display

non c'è mai il buio

che ci dovrebbe essere

la valanga si appoggia

sul lungarno

la bora scirocca



quello che resta

se togli alla freccia

il proprio bersaglio



sesso incappucciato mascherato

porzione monodose di sesso

porzione monodose di cibo

porzione monodose di quiete

di illusione

di igiene intima

di narcosì

di salto con l'asta

di lezioni per fachiri

di faccia a faccia con san pietro



né mutazione

né evoluzione

quelli nuovi

nascono

vedendo da subito

e tu?

santa lucia più di tanto

non può fare

per tutti questi occhi

né per tutte queste orecchie

che oltretutto non sarebbero

competenza sua



ci vediamo

giù in strada

ognuno

con le proprie pupille

nel caso

non mi riconosceste

sono quello

con gli occhiali azzurri

finché qualche

tipo

di morte

non mi separi







mandala



premo il tasto accensione

attendo il tempo necessario

apro il programma di scrittura

attendo il tempo necessario

vado sul menù testo

da lì sul sottomenù colore testo

scrivo



tutta quella

preparazione

alla morte

non aiuterà

a morire meglio

casomai

a vivere peggio



vado su modifica

scelgo seleziona tutto

e una volta che tutto è azzurro

premo cancella

attendo il tempo necessario

ottengo

lo schermo

vuoto

dal menù archivio scelgo

registra col nome

digito



un titolo a caso



vado a cercare il sottomenù

spegni

attendo

il

tempo

necessario
aissela90
2007-06-15 09:54:21 UTC
Un bell'applauso di Luciano Ligabue dal libro "Lettere d'amore nel frigo"



E ora

signore e signori

accogliamo

con un bell'applauso

questo

adagio

di luce

collosa

luce scura

luce disciplinata

a lasciare il passo

e a non cederlo

fino al momento

quasi giusto

un bell'applauso

a questo lusso

di colore

al conio

e al coniatore

a questo dito

nell'occhio

e nella piaga

un bell'applauso

a questa geometria

naturale

a questa velocità

di esecuzione

e ora

siete pregati

di non lamentarvi

con le solite frasi

per cui ogni tramonto

è uno spettacolo triste

mentre guadagnate

l'uscita

che vi siete guadagnati

verso il buio.



Un bell'applauso veramente al Liga!
james
2017-02-08 02:55:34 UTC
Se soffri di iperidrosi ti onsiglio di provare questo http://MiracoloPerIperidrosi.latis.info/?x4HQ

Molte persone soffrono di iperidrosi, ma non sanno che è un problema diffuso e sono in imbarazzo a parlarne con il medico. Eppure, e lo dico per esperienza personale, si tratta di un disturbo serio che spesso causa notevoli problemi, anche di natura psicologica, e rende difficili i rapporti sociali.
?
2017-01-31 02:00:40 UTC
Se soffri di sciatica puoi eliminare facilmente il dolore con questa soluzione http://CurareLaSciatica.teres.info/?CEyo

Il termine "sciatica" definisce un dolore più o meno intenso che viaggia lungo il nervo sciatico e le sue diramazioni, ovvero a livello di schiena, gambe e glutei. Si parla correttamente di sciatalgia per indicare l'infiammazione dello stesso nervo.
anonymous
2016-12-18 06:04:11 UTC
Quando sono andato a Francoforte ho guardato prima un po’ di siti per l’hotel ed ho visto che quello con prezzi più convenienti è questo https://tr.im/1oqbR

A Francoforte ci sono un sacco di monumenti storici ma allo stesso tempo anche di architettura ultramoderna, ottima cucina e tanto divertimento la sera .La zona che ospita i principali musei, Museumsufer, si trova nel quartiere di Sachenhausen, sulla riva sud del fiume Meno. Qui c’è il museo di storia naturale Senckenberg e il Deutsches Architekturmuseum, il museo dell'architettura tedesca. Il Museo Stadal ospita capolavori d'arte che spaziano in un periodo di 700 anni. Dall'altra sponda del fiume ci sono collezioni di arte moderna e contemporanea al Museum fur moderne Kuns . Sachsenhausen è conosciuta non solo per i musei ma anche per i bar tradizionali e i ristoranti tipici.
anonymous
2016-12-18 05:22:19 UTC
Quando sono andato a Cancun ho cercato un po’ di siti per l’hotel e ho visto che quello con i prezzi più bassi è questo https://tr.im/1ncyb

Cancun ha spiagge bellissime , bianche con un sacco di palme e il mare è da sogno , una cosa che devi assolutamente fare se vai è visitare i siti archeologici .

Da visitare sono anche le magnifiche Piramidi Maja nelle vicinanze di Cancun nei siti archeologici di Chichen Itza e Tulum. Il cibo messicano è ottimo per gli amanti della buona cucina piccante. Il mio consiglio è di noleggiare una macchina e visitare Cancun e dintorni. E’ da fare anche un bagno nei Cenote, piccoli laghetti di acqua dolce , un posto veramente suggestivo.
anonymous
2016-12-18 00:31:41 UTC
Quando sono andato a Nairobi ho trovato l’hotel su questo sito che ha prezzi veramente buoni https://tr.im/1r3Ds

Nairobi è una bellissima città ,si può definire una metropoli europea e sono rimasto piacevolmente sorpreso per gli edifici maestosi, per gli alberghi di lusso, per l’ordine che c’era quando passeggiavo per i viali alberati, per le strade ampie, per i parchi e i giardini così ricchi di profumi. La città presenta un inconfondibile marchio britannico, dovuto alla sua nascita, si pensi che Nairobi ha solo cento anni di vita o poco più. Ci sono inoltre il museo nazionale, il museo ferroviario , i teatri, l’università, il mercato, i negozi di arte africana,tutto veramente affascinante
anonymous
2014-11-20 15:56:44 UTC
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LEESMANN
2014-11-15 17:35:49 UTC
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Simona T
2007-06-15 09:57:55 UTC
Non è che perchè siccome l'hai sentita ieri sera allora devi sembrare innamoratissima dello stile di ligabue....non mi sembra rispettoso nei confronti di chi è suo fun da tempo
imperiale
2007-06-15 14:31:06 UTC
si ne ho una ....non ne espressamente una poesia ma fa lo stesso potrebbe diventarlo

sono sicura che la troverai interessante e poetica

inizia cosi':



tutti abbiamo probblemi ma non per questo divetiamo criminali ..

non per questo ti ammazzo tuo figlio -non per questo ti porto via quello che hai di piu' caro al mondo ecc. ecc.



ligabue e' un mio amico e sarebbe disgustato ad avere fans come te (vedi risposta che hai dato ad help help curiosita' feminile)

e con questo ti consiglio di chiedere poesie altrove- perche' di poetico in te non vi e' niente


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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