Domanda:
Giacomo Leopardi....L'INFINITO?
serenella88
2007-05-14 04:14:27 UTC
Per cortesia aiutatemi perchè sto davvero diventanto matta.....per favore aiutatemia afare un commento di questa poesia prima che mi taglio le vene....Ciao ciao....GRAZIE....un bacio a tutti
Cinque risposte:
mystery88
2007-05-16 13:07:58 UTC
Amo prova a farlo da sola...

Immagina mentre leggi di stare sulla panchina del giardino vicino casa mia (a saracinesco)...all'alba...quando si vedono le prime luci...senti gli altri che parlano ...ma tu ti chiudi con quella luce che spesso io mi metto a fissare...prova ad usare la fantasia e l'immaginazione...senti il brivido dell'illusione di un qualcosa che nn è reale...cominci a viaggiare e poi...arriva dario e dice...Fabiooooooooooo...

Quello è il momento in cui torni nella realtà...purtroppo...

Cmq questo è quello che mi viene in mente quando leggo questa poesia...baci bella amo...

domani se sentimo...e chiamo l'amica e l'amico tuo....

beso tvbbbbbb
Donatella Rettore
2007-05-14 04:21:13 UTC
il commento è una cosa personale...quello che penso io dell'infinito non è di certo quello che pensi tu
Trinytuccia
2007-05-14 04:27:51 UTC
una delle sue poesia piu belle...l'infinito contiene in sè le tematiche del leopardi giovanile, costretto dalla sua famiglia e dalle sue fattezze, ad una vita abbastanza normale e monotona..sempre chiuso nella casa di recanati. ma leopardi vedeva questa condizione come un'opportunita per poter sognare la vita che piu gli aggradava in quanto era fermamente convinto che la vita reale avrebbe sempre tradito le aspettative di una vita immaginata, sicuramente la migliore possibile.."la siete che lo guardo esclude" in questo caso è vista come un trampolino di lancio verso uan vita migliore..ma del tutto immaginata e quindi irragiungibile...ti lascio un link utile e ti consiglio di studiare bene questa poesia perche è molto molto interessante
Rob71
2007-05-14 04:24:17 UTC
un sonetto mitico, il mio preferito in assoluto, lo avevo portato alla maturità!
Mirketto
2007-05-14 04:22:14 UTC
eccoti qui il commento! :)



Scritto nel 1819, L’Infinito è il primo degli “idilli” leopardiani compreso nella raccolta Canti(1835). Per “idillio” si intende, nella tradizione letteraria, un testo che rappresenta un quadretto di vita naturale, di serenità campestre, e qui in effetti troviamo un cenno di paesaggio agreste (il colle, la siepe, le piante). Si tratta però soltanto di uno spunto iniziale, che lascia subito il posto al vero tema della poesia, cioè l’abbandono dell’anima alla immaginazione senza confini. Del resto in tutti i suoi “idilli”, come riconobbe Leopardi stesso, il contenuto consiste in “situazioni, affezioni, avventure storiche” dell’animo del poeta. Dunque una poesia di carattere fortemente intimo, personale. Il poeta è salito su una collinetta di Recanati. Una siepe gli impedisce la vista di gran parte dell’orizzonte e proprio questo ostacolo gli permette di spaziare con la fantasia nell’infinito. E così al di là della siepe immagina spazi senza limite, silenzi profondi e pace assoluta, tanto da provarne sgomento. Ma poi l’improvviso stormire del vento tra le fronde degli alberi riporta il poeta alla realtà ed egli, paragonando quel fruscio a “quello infinito silenzio”, avverte un altro infinito, quello del tempo, dell’eternità. E a questa sensazione di immensità il poeta si abbandona dolcemente e totalmente. La comprensione del testo è facilitata se si tiene conto della vasta riflessione, avviata da Leopardi proprio nello stesso periodo in cui compose la lirica, sul piacere che nasce dall’infinito, da tutto ciò che è indefinito, vago, lontano, senza contorni precisi. Tale riflessione investe lo stesso livello lessicale. Parole come “sovrumani”, “eterno”, “immensità”, trasmettono infatti la sensazione di una dimensione spazio-temporale sospesa, aperta ed irraggiungibile.

La lirica dell’Infinito è tuta incentrata sul contrasto tra limitato ed illimitato, tra vicino e lontano, tra realtà ed immaginazione. Tale contrasto viene sottolineato anche linguisticamente attraverso l’uso degli aggettivi dimostrativi questo (che indica vicinanza) e quello (che indica lontananza).

E’ la dimensione del “non-essere”, che nella poetica leopardiana ha come conseguenza estrema verso il nulla e la morte. “Le parole lontano, antico e simili sono poeticissime e piacevoli perché destano idee vaste e indefinite e non determinabili e confuse”. (G. Leopardi- Zibaldone)





Ciaooo


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