Credo che esistano ancora. Non e' solo un discorso che riguarda gli autori, anche se il confronto con quelli che citi sarebbe impossibile per chiunque. Io credo che conti molto anche chi legge, il suo scopo, la sua ricerca e la sua esperienza. Io istintivamente avrei risposto: il romanzo poliziesco. Spero di essere perdonato dai puristi delle belle lettere ma, cosa c'e' di piu' essenziale? Cosa che riguardi gli esseri umani piu' da vicino del crimine?
Nei gialli qualcuno viene ucciso o derubato, qualcuno indaga, si arriva ad una conclusione che puo svelare o meno una qualche verita' (e cosi' la complessita' e' salva).
Penso al grande e prematuramente scomparso Montalban e alla sua cinica e melanconica creatura: Pepe Carvalho.
Non riesco a trovare niente che piu' di quelle pagine mi parli della societa' occidentale e dei sui cascami, dei suoi vincitori (effimeri) e delle sue tante vittime (in carne e sangue).
Nessuna metafora migliore dell'investigatore alla ricerca di una verita' che, anche se raggiunta, non serve a nulla e soprattutto nessuno vuole. Nulla mi ha fatto capire meglio quanto dolorosa sia per intere generazioni la scomparsa della voglia di utopia, il crollo di aerei castelli ideologici che lasciano pero' macerie fumanti e corpi straziati.
E cosa fa, in questo marasma, il detective, unico portatore di un qualche abbozzo di etica, sia pure solo professionale?
BRUCIA I LIBRI! Perche' lo hanno tradito, perche' lui ha tradito i libri, perche gli amici lo hanno tradito tradendo i comuni ideali, perche' lui e' un traditore degli amici, giuda dei giuda, prima comunista poi agente segreto americano, perche' la donna che ha lo tradisce per mestire e lui la tradisce e con chiunque e perche', infine, il tempo ha fottutto tutti quanti. Cenere alla cenere (dei libri). C'e' qualcosa di piu' essenziale?
ciao e scusa la sconclusionata lunghezza.