Domanda:
poesie tristi, per una ragazza tristissima?
2007-05-21 12:23:06 UTC
mi scrivete le poesie tristi... proprio adatte al mio stato dìanimo... per deprimermi ancora di più... almeno rispecchiano il mio stato d'animo!!!
Tredici risposte:
2007-05-21 12:28:22 UTC
Mia Cara... Mi spiace che stai così... Anche io sono molto triste, stamani il mio amato mi ha lasciata e sono a pezzi...

Non deprimerti, questa poesia è molto significativa per me...



Lo scarto buttato in un angolo,

giace, infermo,

e piange.

Dagli occhi colano

grandi lacrime

di tristezza, delusione,

sconforto, dolore

ed anche un pò d'odio intestino.

Il cuore, così,

ritorna puro,

ma solo fino al prossimo pianto.



Tirati su piccola...
Martuccia
2007-05-21 19:37:14 UTC
Non è propriamente triste, però quando sono triste la leggo e giùmi sento un pò meglio...



Non dovresti conoscere la disperazione

se le stelle scintillano ogni notte;

se la rugiada scende silenziosa a sera

e il sole indora il mattino.



Non dovresti conoscere la disperazione,

seppurele lacrime scorrano a fiumi:

non sono gli anni più amati

per sempre presso il tuo cuore?



Piangono, tu piangi, così deve essere;

il vento sospira dei tuoi sospiri,

e dall'inverno cadono lacrime di neve

là dove giacciono le foglie d'autunno;



pure, presto rinascono, e il tuo destino

dal loro non può separarsi:

continua il tuo viaggio, se non con gioia,

pure, mai con disperazione.

(Emily Bronte)
Ale - Answeriana DOP
2007-05-21 19:30:13 UTC
Lascio volare la mente

sognando;

sognando a occhi aperti

mentre cammino

per strade

che amo

e conosco a memoria,

in ogni loro sasso sconnesso.

Lascio vagare i pensieri

procedendo

nella grigia e umida

e fitta e sottile nebbia

di Novembre inoltrato,

ancora senza il freddo

feroce

del vero inverno.

E penso

a una vita avara

di sogni,

di piccoli sogni.

E spero

nella fine

della dura tortura

di lente e costanti stilettate

alle spalle

e mirate

al cuore della speranza.

E sogno

di un dono

dal piccolo dio dell'amore:

una piccola prova d'amore,

un piccolo piccolo segno

dalla donna a cui ho detto

che l'amo,

che vorrei regina del mio regno.

E cammino

nel nulla

di un mondo di nebbia

che mi sembra

creato per me.

E prego

che la mia vita

diventi una poesia,

in cui l'unica rima

non sia:

"vita-vuota".





Non sono fatto

per il mondo che agogna il profitto

affiancato dallo stress.

Non sono nato

per la competizione

della società del dio Superfluo.

Vivo per il sentimento,

vivo di sensazioni

e sensibilità.

Vivo dominato dallo spirito,

dallo spirito d'amore.



La vita sembra

un deserto

in cui si vaga

senza meta

oppressi da torridi dolori,

costanti.

E solo si spera

nel ristoro

di qualche improvvisa

folata d'amore.



Guerra

Vittoria dei vinti

tra sogni e tormenti

fumi densi di membra violate...

occhi di fuoco

si guardano attorno

tiro al bersaglio

di vite finite...

Sconfitte armi

giacciono a terra

inermi bagliori

negli occhi velati

fuggono via tra grevi nebbie...

singulti di donne

in cerca di vita...



Fine

E' come perdere la condizione del tempo

perchè i giorni non hanno più importanza

e mi risveglio bagnata fradicia perchè tra questo

mondo e

l'eternità

c'è una faccia che non voglio vedere.

non trovo risposte,

sono proprio così,

uno specchio di me stessa.

cado da una montagna di paure.

come posso rialzarmi prima di toccare terra?

piango.

i miei sentimenti non mi possono aiutare,

non hanno un indizio.

Silenzio.



Leggi queste:



L'uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione "sine qua non" di piccole e intermittenti felicità.



Il dolore non è mai solo dolore, è insegnamento e crescita. Ti schiaccia, ma nello stesso tempo ti fortifica. Apprezzerai ancor di più i momenti di gioia.



È bello sapere che chi ti ha fatto del male ora soffre come hai sofferto tu...



I ricordi tristi sonnecchiano per tanto tempo in una delle innumerevoli caverne del ricordo, stanno li anche per anni. Per decenni, per tutta una vita. Poi, un bel giorno, tornano in superficie, il dolore che li aveva accompagnati è di nuovo presente, intenso e pungente come lo era quel giorno di tanti anni fa.



A volte basta un momento per scordare una vita, ma non basta una vita per scordare un momento...

Ora smettila di leggere poesie tristi e divertiti! Un bacio.
ramalaca66
2007-05-22 16:03:47 UTC
Storia di una lacrima.



Una goccia in me..

quell' attimo di sentimento rabbioso ,

Un liquido che si affaccia al mondo quando lì dove stai non puoi più rimanere,

E sono I miei occhi che ti aprono la via.

Scendi adagio sulla pelle quasi come per dare il tempo d' imprimere un ricordo di te ...e forse è così,

Forse sei già dolore scolpito nel cuore; oppure gioia dell' anima...sei parte di me.

Trovi sul tuo cammino le mie labbra ..ed esiti solo un istante quando in un sospiro

Leggi l' amore che è in me..un paradiso inesplorato..un mare da attraversare.

Dolce lacrima,tu non puoi piangere perchè sei già un pianto,

Non puoi emozionarti perchè sei già frutto di un emozione...

Ma il vuoto già ti avvolge ora..e spegni il tuo scintillio sul freddo pavimento.



Brivido.
annamaria l
2007-05-21 22:39:14 UTC
questa è una famosa poesia di Montale.

parla di un amore finito.

rievoca i momenti in cui ci si rende conto che la persona che amiamo, pur se ancora presente, in realtà se ne sta andando perchè col pensiero ci ha già lasciato.

io la trovo molto triste e malinconica ma anche, proprio per questo, incredibilmente affascinante e coinvolgente



LA CASA DEI DOGANIERI

Tu non ricordi la casa dei doganieri

sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:

desolata t’attende dalla sera

in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri

e vi sostò irrequieto.



Libeccio sferza da anni le vecchie mura

e il suono del tuo riso non è più lieto:

la bussola va impazzita all’avventura

e il calcolo dei dadi più non torna.

Tu non ricordi; altro tempo frastorna

la tua memoria; un filo s’addipana.



Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana

la casa e in cima al tetto la banderuola

affumicata gira senza pietà.

Ne tengo un capo; ma tu resti sola

né qui respiri nell’oscurità.



Oh l’orizzonte in fuga, dove s’accende

rara la luce della petroliera.

Il varco è qui? (Ripullula il frangente

ancora sulla balza che scoscende…)

tu non ricordi la casa di questa

mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.
☼❀☼❀ fantasia ☼❀☼❀
2007-05-21 21:39:03 UTC
COME DIMENTICARE

Come dimenticare

il tuo viso sul mio,

quando i nostri occhi

si incontravano?

Come dimenticare

le tue carezze sul mio corpo

e i brividi che

lo hanno attraversato?

Come dimenticare

il sapore delle tue labbra

e il profumo

della tua pelle?

Come dimenticare allora

di averti amato?
SPINA
2007-05-21 19:33:18 UTC
ti scrivo delle frasi se è lo stesso..

1) Ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.

2) Non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.

3) Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.

4) Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un’ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.

5) Un amore finito è come un ti amo scritto su un vetro appannato! Scompare piano piano lasciando l'alone di un bellissimo ricordo!

è tutto quello ke ho :)
2007-05-21 19:30:48 UTC
Lei suonava piano

dalle sue mani

le note sfioravano il cielo

che si tingeva di rosso imbarazzo

e grigia tristezza…

il piano lasciava che i martelletti

facessero vibrare le note di un cuore

terribilmente malinconico.

Lui dov'era?

lui...

l’aveva lasciata cosi

senza che la paura

divenisse dialogo…

…così!

Ed era lei migliore quel giorno

- anche se malinconica -

era migliore

perché cercava di parlare

ma ora…

solo una musica suonata piano

riusciva a dare…

Na na na…

nanana na nanana na…

na nanana…

Lei… i tasti bianchi

e piccole lacrime su di loro…

Na na na...

Na na nana...

--------------------------------------------------------------------------------------



Io credo che nella poesia ogni più brutto sentimento,

o ogni sensazione

venga trasformata..

sempre in positivo attraverso le parole..

come si affidasse ad esse

il compito di ricordare e noi..

di dimenticare. ciao baci
2007-05-22 09:00:32 UTC
traduzione alla buona (cioè mia)

di una poesia di Prevert.



Non sono io che canto.

sono i fiori che vidi.



non sono io che rido.

ma e il vino bevuto.



Non sono io che piango

ma e il mio amor perduto
2007-05-22 00:41:44 UTC
No nun è gnente è 'n po' de carcinaccio

Aspettate me tiro 'n po' più in quà

Me metto bbono bbono e che ve faccio

Sfasciate puro che io ve stò a guardà

E sotto quer piccone traditore

Come quer muro, me se sfascia er core...



Casetta de Trastevere, casa de mamma mia

Tu me te porti via, la vita appresso a te

Tutti li sogni cascheno mattone pe' mattone

E in mezzo ar polverone io nun te vedo più.



Fa piano muratò cor quer piccone

Nun lo vedi che mamma è ancora lì

Appicciato proprio a quer cantone

Ce stava er letto 'ndove ce morì

E c'è rimasta, fai piano co' le pale

Nun lo vedete che j'e fate male.



Casetta de Trastevere, casa de mamma mia

Pare che er monno stia, cascanno appresso a te

Tutti li sogni cascheno tra er muro e quella porta

Mò che mi' madre è morta, io nun te vedo più



Finestra senza vetri a cielo aperto

Casa de mamma, casa de mamma mia





......
Infinito 777
2007-05-22 00:14:28 UTC
Leggi Giacomo Leopardi, troverai quello che cerchi, oltre poesie meravigliose.
AtlantisAngelis
2007-05-22 12:05:36 UTC
Ciao,

quando sono tristissima leggo questa poesia girovagando per la casa.

Intanto ti posto il testo in inglese, poi vado a cercare su internet la traduzione.



T.S. Eliot (1888–1965). Prufrock and Other Observations. 1917.



1. The Love Song of J. Alfred Prufrock





S’io credesse che mia risposta fosse

A persona che mai tornasse al mondo,

Questa fiamma staria senza piu scosse.

Ma perciocche giammai di questo fondo

Non torno vivo alcun, s’i’odo il vero,

Senza tema d’infamia ti rispondo.





LET us go then, you and I,

When the evening is spread out against the sky

Like a patient etherised upon a table;

Let us go, through certain half-deserted streets,

The muttering retreats 5

Of restless nights in one-night cheap hotels

And sawdust restaurants with oyster-shells:

Streets that follow like a tedious argument

Of insidious intent

To lead you to an overwhelming question … 10

Oh, do not ask, “What is it?”

Let us go and make our visit.



In the room the women come and go

Talking of Michelangelo.



The yellow fog that rubs its back upon the window-panes, 15

The yellow smoke that rubs its muzzle on the window-panes

Licked its tongue into the corners of the evening,

Lingered upon the pools that stand in drains,

Let fall upon its back the soot that falls from chimneys,

Slipped by the terrace, made a sudden leap, 20

And seeing that it was a soft October night,

Curled once about the house, and fell asleep.



And indeed there will be time

For the yellow smoke that slides along the street,

Rubbing its back upon the window-panes; 25

There will be time, there will be time

To prepare a face to meet the faces that you meet;

There will be time to murder and create,

And time for all the works and days of hands

That lift and drop a question on your plate; 30

Time for you and time for me,

And time yet for a hundred indecisions,

And for a hundred visions and revisions,

Before the taking of a toast and tea.



In the room the women come and go 35

Talking of Michelangelo.



And indeed there will be time

To wonder, “Do I dare?” and, “Do I dare?”

Time to turn back and descend the stair,

With a bald spot in the middle of my hair— 40

[They will say: “How his hair is growing thin!”]

My morning coat, my collar mounting firmly to the chin,

My necktie rich and modest, but asserted by a simple pin—

[They will say: “But how his arms and legs are thin!”]

Do I dare 45

Disturb the universe?

In a minute there is time

For decisions and revisions which a minute will reverse.



For I have known them all already, known them all:—

Have known the evenings, mornings, afternoons, 50

I have measured out my life with coffee spoons;

I know the voices dying with a dying fall

Beneath the music from a farther room.

So how should I presume?



And I have known the eyes already, known them all— 55

The eyes that fix you in a formulated phrase,

And when I am formulated, sprawling on a pin,

When I am pinned and wriggling on the wall,

Then how should I begin

To spit out all the butt-ends of my days and ways? 60

And how should I presume?



And I have known the arms already, known them all—

Arms that are braceleted and white and bare

[But in the lamplight, downed with light brown hair!]

It is perfume from a dress 65

That makes me so digress?

Arms that lie along a table, or wrap about a shawl.

And should I then presume?

And how should I begin?

. . . . .

Shall I say, I have gone at dusk through narrow streets 70

And watched the smoke that rises from the pipes

Of lonely men in shirt-sleeves, leaning out of windows?…



I should have been a pair of ragged claws

Scuttling across the floors of silent seas.

. . . . .

And the afternoon, the evening, sleeps so peacefully! 75

Smoothed by long fingers,

Asleep … tired … or it malingers,

Stretched on the floor, here beside you and me.

Should I, after tea and cakes and ices,

Have the strength to force the moment to its crisis? 80

But though I have wept and fasted, wept and prayed,

Though I have seen my head [grown slightly bald] brought in upon a platter,

I am no prophet—and here’s no great matter;

I have seen the moment of my greatness flicker,

And I have seen the eternal Footman hold my coat, and snicker, 85

And in short, I was afraid.



And would it have been worth it, after all,

After the cups, the marmalade, the tea,

Among the porcelain, among some talk of you and me,

Would it have been worth while, 90

To have bitten off the matter with a smile,

To have squeezed the universe into a ball

To roll it toward some overwhelming question,

To say: “I am Lazarus, come from the dead,

Come back to tell you all, I shall tell you all”— 95

If one, settling a pillow by her head,

Should say: “That is not what I meant at all.

That is not it, at all.”



And would it have been worth it, after all,

Would it have been worth while, 100

After the sunsets and the dooryards and the sprinkled streets,

After the novels, after the teacups, after the skirts that trail along the floor—

And this, and so much more?—

It is impossible to say just what I mean!

But as if a magic lantern threw the nerves in patterns on a screen: 105

Would it have been worth while

If one, settling a pillow or throwing off a shawl,

And turning toward the window, should say:

“That is not it at all,

That is not what I meant, at all.”

. . . . . 110

No! I am not Prince Hamlet, nor was meant to be;

Am an attendant lord, one that will do

To swell a progress, start a scene or two,

Advise the prince; no doubt, an easy tool,

Deferential, glad to be of use, 115

Politic, cautious, and meticulous;

Full of high sentence, but a bit obtuse;

At times, indeed, almost ridiculous—

Almost, at times, the Fool.



I grow old … I grow old … 120

I shall wear the bottoms of my trousers rolled.



Shall I part my hair behind? Do I dare to eat a peach?

I shall wear white flannel trousers, and walk upon the beach.

I have heard the mermaids singing, each to each.



I do not think that they will sing to me. 125



I have seen them riding seaward on the waves

Combing the white hair of the waves blown back

When the wind blows the water white and black.



We have lingered in the chambers of the sea

By sea-girls wreathed with seaweed red and brown 130

Till human voices wake us, and we drown.





Qui la trad (l'unica che ho trovato on line):



http://www.pseudolo.it/tradeliot.htm
robert neville
2007-05-21 19:36:15 UTC
ascolta de andre


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