Domanda:
poesia ungaretti: San martino del carso?
ica.nica
2008-05-02 09:00:21 UTC
avrei bisogno ke qualcuno mi parlasse della 1 guerra mondiale e di come ungaretti la vive
Quattro risposte:
ratstripes
2008-05-02 16:09:59 UTC
ungaretti vive in prima persona la guerra del 15-18, e lì inizia a comporre poesie, necessariamente brevi, anche perchè scritte nel poco tempo possibile, e allo stesso tempo ricche di emozioni.ogni singola parole assume un suo peso, una sua importanza descrittiva e riassume tutto un insieme di idee espresse in essa.la guerra influisce molto in questo senso:le emozioni sono forti, il tempo per scrivere poco.in particolare sono quattro le poesie più caratteristiche e note:san martino del carso, fratelli, veglia e la celeberrima soldati.la prima poesia tratta degli effetti distruttivi della guerra, non solo a livello effettivo, ma anche al livello morale.parla dei morti, di tutti i morti che ha visto, che aveva conosciuto e di cui patisce il lutto.persone che non dimenticherà (nessuna croce manca).degna di nota è la parola brandelli, detta di muri, che non sta ad indicare solamente le pareti della casa, ma anche la gente che ci stava dentro, infatti la parola brandelli non è solitamente usata se non per stoffe (i vestiti) e carne (i corpi)
arridani73
2008-05-02 16:15:22 UTC
Nella raccolta "L'Allegria, Ungaretti raccoglie 15 componimenti poetici dedicati ai temi della guerra.

Si tratta di poesie che sviluppano sensazioni inerenti al conflitto, alla quotidiana convivenza con i morti e con i feriti, giorno e notte a contatto con la violenza e con l’odio che si contrappongono sui due fronti.

Il poeta ha fornito un chiarimento sull'aspetto che riguarda la sua esperienza della prima linea:

«Ero in presenza della morte, in presenza della natura, di una natura che imparavo a conoscere in modo terribile. Dal momento che arrivo ad essere un uomo che fa la guerra, non è l’idea di uccidere o di essere ucciso che mi tormenta: ero un uomo che non voleva altro per sé se non i rapporti con l’assoluto, l’assoluto che era rappresentato dalla morte. Nella mia poesia non c’è traccia d’odio per il nemico, né per nessuno; c’è la presa di coscienza della condizione umana, della fraternità degli uomini nella sofferenza, dell’estrema precarietà della loro condizione. C’è volontà d’espressione, necessità d’espressione, nel Porto sepolto, quell’esaltazione quasi selvaggia dello slancio vitale, dell’appetito di vivere, che è moltiplicato dalla prossimità e dalla quotidiana frequentazione della morte. Viviamo nella contraddizione. Posso essere un rivoltoso, ma non amo la guerra. Sono anzi un uomo della pace. Non l’amavo neanche allora, ma pareva che la guerra s’imponesse per eliminare la guerra. Erano bubbole, ma gli uomini a volte si illudono e si mettono dietro alle bubbole». (Giuseppe Ungaretti in L’allegria pag. 520 – 521).

In San Martino del Carsoil poeta esprime tutto il suo dolore per la perdita dei commilitoni e lo strazio per la rovina di cui è testimone. A ogni assenza, a ogni voragine procurata dai combattimenti, corrisponde una cicatrice indelebile nel suo cuore.
anonymous
2008-05-02 16:24:19 UTC
...all'inizio Ungaretti era favolevole a questa guerra tant'è che parte come volontario...

...solo che quando si trova al fronte si rende conto che, contariamente a quanto aveva sostenuto prima di partire, la guerra è solo dolore e distruzione...

...durante la guerra, mentre era fronte, Ungaretti scrive le sue poesie, che più che poesie vengono definite "stati d'animo"...

...nelle sue poesie scrive solo cose negative riguardo la guerra...

...in una ("Alla Luna") racconta di aver passato una notte intera in una trincea col cadavere di un suo nemico che aveva ucciso e dice che si sente terribilemente in colpa, soprattutto quando vede che il soldato aveva con se le foto della sua famiglia e si promette che manderà una lettera di scuse ai cari del nemico che aveva ucciso...

...ma mentre guarda quelle foto si rende conto anche che lui è uguale all'uomo che aveva ucciso anche se di due fronti diversi e si rende conto che sono tutti uguali, esattamente come dice nella poesia "Fratelli" dove si rende conto che anche se ci sono soldati di due frontiere diverse hanno le stesse paure, soffrono lo stesso freddo e la stessa fame...

...e si rende conto, appunto, che sono tutti fratelli e succubi solo dei loro capi...perchè chi si odia davvero sono i capi e i soldati sono solo strumenti...

...strumenti fragili, come dice nella poesia "Soldati" dove paragona i soldati alle foglie sugli alberi d'autunno...

...perchè come a quelle foglie basta un colpo di vento per cadere a terra, ai soldati basta una distrazione che in un momento possono essere uccisi...

...nella poesia "San Martino del Carso" Ungaretti fa un paragone: tra quella città ed il suo cuore...

...e dice che entrambi sono stati distrutti (la città dai bombardamenti ed il suo cuore dalla morte dei suo cari)... ma mentre la città si potrà ricostruire, il suo cuore no poichè i suoi cari non torneranno mai in vita.



P.S. missà che il titolo "Alla luna" non è esatto...

...la poesia ed il significato sì, ma il titolo no (non me lo ricordo bene, scusa :) )...
· ··^v´¯`×)Åñgë£Wåřя¡ø®(×´¯`v^·
2008-05-02 16:08:12 UTC
Viene chiamato alle armi e combatte dal 1915 al '18 come soldato semplice prima sul Carso e sull'Isonzo, poi sul fronte francese. Ungaretti era di idee interventiste. E' nel corso della guerra che matura i temi fondamentali della sua poesia. Egli cioè matura la convinzione che, essendo la sua un'epoca "tragica", la poesia deve fornire una conoscenza a-logica, a-razionale, intuitiva, che aiuti a ritrovare l'originaria purezza-innocenza.


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